Geert

Gisa Geert dominò per lunghi anni il balletto di rivista italiano con la fama ben meritata di ‘lady di ferro’. Nell’ultima rivista di Totò Bada che ti mangio! (1948-49, con ripresa 1949-50), che precedette una lunga parentesi cinematografica dell’attore napoletano, su un copione di Michele Galdieri, erano numerosi e assai spettacolari i quadri coreografici: una scacchiera con pedine viventi (il Capitale giocava contro il Lavoro!), il quadro delle volpi (con E. Giusti), il memorabile finale con fontane luminose che sprizzavano getti d’acqua alti cinque metri. Spicca, nel corpo di ballo, Floria Torrigiani, danzatrice proveniente dalla danza classica. Gisa Geert potrà poi contare su un’altra stella, la danzatrice-soubrette Corinne Marchand, interprete del film Moulin Rouge con José Ferrer, nella rivista Oh quante belle figlie madama Doré , stagione 1955-56, di Terzoli e W. Chiari, tornato quest’ultimo alla rivista tradizionale dopo le esperienze di varietà-cabaret; a fargli da `spalla’ C. Campanini e B. Valori. Sue anche le coreografie di Masanello , di Corbucci e Grimaldi, «pasticcio frenetico e composito», con N. Taranto dalla vena dirompente, Macario nel ruolo brechtiano di un soldatino-cronista piemontese capitato a Napoli per sbaglio, l’esordio della cantante Miranda Martino. Nella stagione 1966-67, mentre declina inesorabilmente la rivista, sostituita dalla commedia leggera e dal musical, la G. ha l’impegnativo compito di legare, intervallandoli con quadri coreografici, la sfilata di centootto personaggi imitati da A. Noschese nello spettacolo La voce dei padroni , testi di Castaldo e Faele, spettacolo di Garinei e Giovannini, che sfrutta la notorietà televisiva dell’imitatore. Due testimonianze sul temperamento della coreografa. Aldo Buonocore, musicista: «Nel 1947, alle prove della rivista con Totò C’era una volta il mondo , la G. spaccò una sedia in mille pezzi perché due ballerine avevano sbagliato un’entrata: un temperamento così deciso non s’era mai visto in teatro». La danzatrice Flora Torrigiani: «In Bada che ti mangio! con Totò c’era un quadro sensazionale, oltre alla `scacchiera vivente’ con la partita Capitale-Lavoro. Si rievocava la morte del torero Manolete (interpretato dal ballerino Riccardo Rioli); il toro ero io. Da un trampolino facevo un gran salto in palcoscenico, Rioli-Manolete toreava e facevamo acrobazie mai viste; ogni volta che mi posava per terra scendevo sulle punte, girando come una pazza scatenata, finché mi prendeva per la testa e per una gamba, mi faceva roteare lasciandomi la testa e io giravo per aria per la forza centrifuga, solo con un sostegno sulla gamba. Alla fine morivamo tutti e due, toro e torero. Una cosa forsennata e dietro c’era la G., una coreografa tremenda, cattivissima. Ma l’effetto era sensazionale».