Tedeschi

Dopo una lunga serie di programmi televisivi alla Rai (Musica d’estate, 1984; Raffaella carrà Show, 1988) dove era entrato vincendo il concorso `Un volto per gli anni ’80’, e alla Fininvest (Doppio slalom, 1985-1990; Il gioco delle coppie , 1990), nel 1992 Corrado Tedeschi debutta ad AstiTeatro con La presa di Babilonia , testo di Oliviero Beha. Nel 1993 trova il successo anche al botteghino allestendo Tre papà per una bimba , trasposizione per il palcoscenico del film di successo Tre scapoli e un bebè . Con la coppia Tieri-Lojodice recita ne Il tacchino di Feydeau (1994).

Arbore

Eccellente clarinettista nella Napoli del dixieland del dopoguerra, Renzo Arbore ha esordito come presentatore di programmi televisivi e radiofonici di notevole successo. Due le direttrici: la musica e l’umorismo che, partite in direzioni separate, si sono poi ricongiunte sua carriera nel corso della carira. Bandiera gialla e Speciale per voi furono la dimostrazione di come si potessero disegnare format a carattere musicale realmente al passo coi tempi e di quanto fosse necessaria la competenza specifica del conduttore. Ma il grande successo arrivò nel 1970 con Alto gradimento , programma radiofonico rivoluzionario in cui, insieme a G. Boncompagni, M. Marenco e G. Bracardi, A. inventò un teatrino demenziale che lo rese beniamino di milioni di ascoltatori. Eccelso talent scout, Renzo Arbore è stato – grazie soprattutto a tre fortunatissime trasmissioni tv: la goliardica Altra domenica , che si opponeva al conformismo parrocchiale di Domenica in , e i fenomeni di costume Quelli della notte e Indietro tutta – il responsabile del successo di almeno due generazioni di comici-fantasisti, tra i quali R. Benigni, a cui furono fatti vestire gli improbabilissimi (ma, con il senno di poi, forse non troppo) panni di critico cinematografico, A. Luotto, N. Frassica, M. Laurito. Non teatrante in senso stretto, ma sicuramente capocomico di razza e maestro improvvisatore, A. è stato in grado – in particolare nella trasmissione Quelli della notte , uno dei simboli degli anni ’80 italiani – di costruire personaggi e situazioni ex nihilo e imporre tormentoni a presa rapida di gran peso sulla fraseologia dell’italiano medio, il tutto all’insegna di una goliardia mai volgare. Sui palcoscenici di mezzo mondo con la sua Orchestra italiana, è dal 1996 direttore artistico di Rai International.

Baudo

Dopo la laurea in Giurisprudenza Pippo Baudo fonda il Centro universitario teatrale di Catania dove prende parte a uno dei primi allestimenti italiani di Aspettando Godot (1955). Ben presto la passione per il teatro viene sostituita da quella della televisione dove debutta nel 1960 con Guida degli emigranti e Primo piano preludi a Settevoci (1965) programma che lo lancerà definitivamente. Dopo una lunghissima serie di successi televisivi (da Domenica in alle varie edizioni di Sanremo, da Fantastico a Serata d’onore ) nel 1996 ha tentato un ritorno al palcoscenico nello spettacolo autobiografico L’uomo che ha inventato la televisione scrittogli addosso da Pietro Garinei. Il flop miliardario ha chiuso dopo pochissime repliche quest’avventura. Pippo Baudo è stato anche direttore artistico del Teatro stabile di Catania.

Fazio

Fabio Fazio comincia la sua carriera esibendosi nei cabaret liguri con sketch giovanilistici e come abilissimo imitatore, ma subito tenta la via della televisione partecipando a un concorso Rai per nuovi volti. Comincia con la Carrà (Pronto Raffaella?, 1983) e poi passa di trasmissione in trasmissione mettendo a frutto le sue doti parodistiche e il suo umorismo leggero (Banane, su Telemontecarlo, 1990-91). Conquista la notorietà soprattutto grazie a Quelli che il calcio, programma in onda dal 1994 che segue attentamente (sdrammatizzandole) le domeniche sportive degli italiani Anima mia (1997). Conduttore discreto e ironico rappresenta in televisione un volto simpatico e intelligente. Nel 1994 esce il suo primo libro Qui una volta era tutta campagna , seguono: Il giorno più bello della vita , Guida al matrimonio (1995) e Anima Tour (1997). Infine, siamo nel 1996, lo vediamo come attore protagonista in Pole Pole di Massimo Martelli, fuori concorso al Festival di Venezia, e ancora come attore protagonista nel film-tv per la Rai Un giorno fortunato (1997).

Roversi

Patrizio Roversi fonda insieme alla moglie Syusy Blady il Gruppo del Pavese con cui negli anni Ottanta produrrà una serie di spettacoli comici che saranno i prodromi della sua successiva carriera televisiva. Infatti, sarà la televisione, grazie a varietà come Lupo solitario (1987), a rendere celebre la coppia comica che raggiungerà il proprio culmine nel fortunato e intelligente Turisti per caso . Nato come una serie di reportage per Mixer (stagione 1994-95) il programma alterna a interessanti informazioni turistico-culturali, delle ironiche e sentite analisi social-politiche, curate da Roversi, sulle abitudini e sulle manie del turismo di massa.

Tortora

Prima di diventare un funzionario della Rai (1952), un popolarissimo conduttore e una sfortunata vittima dell’ingiustizia, Vincenzo Tortora aveva preso parte agli spettacoli della rivista goliardica Baistrocchi della sua città. Fin da ragazzo era garbato, ma di spirito, e nella scanzonata compagnia (dove avevano mosso i primi passi ragazzotti di belle speranze e di grande futuro coome Paolo Villaggio) si esibiva anche `en travestì’.

Conti

Come tutti gli uomini di spettacolo della sua generazione Febo Conti ha esordito sulle tavole del palcoscenico prima di approdare in tv. Fece le sue prime apparizioni nei varietà milanesi, proponendo l’imitazione di Ridolini, aiutato dal fisico ‘gemello’ poi, con le sue macchiette, passò alla radio e, infine, in televisione. Il suo esordio televisivo è nel 1954 in l’Orchestra delle quindici e nello stesso anno partecipa anche a I cinque sensi sono sei. Dal 1961 e per oltre dieci anni ha condotto Chi sa chi lo sa?, programma per ragazzi ideato da Cino Tortorella. Dopo essere diventato un divo del piccolo schermo ha continuato a esibirsi solo per filantropia: ha portato negli ospedali e nelle case dei malati i suoi buffi sketch del varietà dando corso a un’iniziativa benefica da lui battezzata `catena del buon umore’.