Popov

Oleg Popov fu probabilmente l’artista russo che ha avuto maggior fortuna all’estero, dove la critica lo ha considerato a lungo il migliore clown del dopo guerra. Fra i pochi ad avere avuto nell’ex Unione Sovietica una carriera fulminea: nel 1950, lo stesso anno in cui si diploma alla Scuola del Circo di Mosca, viene insignito dell’importante titolo di Artista del Popolo dell’URSS. Dapprincipio è allievo di Karandash (v.), poi si afferma come solista creando il personaggio di un ragazzo allegro, attento all’umorismo moderno ma con precisi riferimenti ai protagonisti delle favole popolari russe, come Ivan lo sciocco. Viene definito un clown `solare’. La sua maschera ha un trucco leggero e il classico naso rosso. Il costume, in contrasto con l’allegria che scaturisce dai suoi numeri, è basato su toni bicromatici: giacca nera di velluto, camicia bianca con un fiocco al posto della cravatta, berretto a quadretti bianchi e neri, pantaloni stretti a righe, scarpe a punta. Unica nota di colore vistoso sono i calzini. P. è in possesso di solide tecniche circensi di base, soprattutto di acrobatica, giocoleria e funambolismo, che introduce nei propri inediti numeri comici ai quali riesce a donare buona organicità, anche perché aiutato da veri e propri drammaturghi nella concezione delle nuove creazioni. Queste sono soprattutto veloci intermezzi da porre fra un numero e l’altro dello spettacolo, a volte a tema, al quale partecipa. In seguito diviene regista e allestisce in patria pantomime circensi, come La storia del Pope e del suo servitore Balda ispirata a una favola di Puškin. Numerosissime le tournée all’estero. Nel 1981 gli viene conferito il Clown d’Oro al Festival di Montecarlo. Agli inizi degli anni ’90 si trasferisce in Germania dove gestisce un proprio complesso itinerante ospitante per lo più suoi connazionali. Molte le opere di divulgazione scritte, fra le quali un’autobiografia.

Castilla

Arturo Castilla è una delle figure più importanti del circo iberico del dopoguerra. Inizia la sua carriera come clown, esibendosi estemporaneamente al fianco di Charlie Rivel; ma diventa noto come impresario circense, producendo numerosi circhi, fra i quali, con Manuel Feijoo, il Circo Americano (1946). Col fratello Raimundo dirige dal 1958 al ’70 il Price, circo stabile di Madrid, poi demolito. Membro di giurie di festival internazionali, saggista e scrittore di libri sul circo, ha ricevuto da re Juan Carlos la Medaglia d’oro delle belle arti.

Colombaioni

Attualmente alla quarta generazione, i Colombaioni sono i primi circensi italiani ad aver successo nel mercato teatrale. Negli anni ’70 Carlo e il cognato Alberto Vitali danno vita al Duo Colombaioni, un recital di successo in tutto il mondo; sul loro esempio, e con repertorio analogo, ha fortuna anche il duo di Romano e Alfredo C.: chiamati spesso per film o spettacoli di lirica, prosa e circo in tutto il mondo, sono stati particolarmente apprezzati da F. Fellini e D. Fo. In campo circense, il più celebre dei C. è il clown Nani (fratello di Carlo), attivo negli anni ’50 e ’60. Attualmente un’arena dei C. è ancora attiva nel Lazio, diretta da Leris C.: è considerata l’ultima compagnia specializzata nel repertorio delle `farse’. Allievi diretti della tradizione C. sono negli anni ’90 i clown Giovanni Huesca (`Fumagalli’), vedette del circo Roncalli, e Corrado Togni che si esibisce al Florilegio.

Durov

Fondatori della dinastia Durov sono i fratelli Vladimir Leonidovic (1863-1934) e Anatolij Leonidovic (1864-1916). Di famiglia nobile, abbandonano il ginnasio militare per seguire delle piccole arene itineranti dove si esibiscono come generici. Diventano celebri grazie alla clownerie satirica con animali. Vladimir comincia a esibirsi in questo genere nel 1887, al circo Salamonskij. Prende in giro le abitudini quotidiane della Russia zarista, utilizzando degli animali ammaestrati. Nel 1912 viene costruito a Mosca un edificio stabile che ospita il suo Teatro degli animali, che ancora oggi si presenta come una bella struttura con una facciata a tema e una capienza di circa seicento spettatori, posti ad anfiteatro attorno a una pista di sette-otto metri. È un innovatore delle tecniche di addestramento e della loro divulgazione scentifica. È il primo a mettere in pratica la teoria dei riflessi condizionati di Pavlov, diventando così il fondatore della nuova scuola russa d’ammaestramento. Nel 1927 gli viene conferito il titolo di Artista emerito della Repubblica russa.

Il fratello Anatolij esordisce come clown nel 1882 al circo dei Truzzi; ancor più di Vladimir, si concentra sulla satira politica, prendendo di mira impiegati statali, poliziotti, mercanti e altri componenti delle classi sociali del tempo, dimostrando grande spirito d’osservazione e capacità di descrivere la società contemporanea. È più volte sottoposto a soppressioni e censure. A differenza dei clown del tempo, Anatolij si esibisce in elegante abito da sera, in broccato con un girocollo increspato, senza cappello e con un trucco leggerissimo. Dal 1890 esegue numerose tournée all’estero, diventando uno dei primi artisti russi celebri in tutta Europa. Scrittore e archivista, effettua numerose conferenze e incontri pubblici sulla disciplina della clownerie. La sua casa di Voronež è oggi un museo a lui intitolato. Il figlio di Anatolij, Anatolij Anatolevic (1894-1928), debutta nel 1914 a Mosca; ma lo stesso anno, a causa della forte connotazione politica della sua satira, viene mandato in esilio negli Urali, dove rimane fino al 1917. In seguito crea un numero di piccoli animali (uccelli, topi, cani, gatti, ecc.), con il quale effettua numerose tournée all’estero. Muore giovanissimo, in seguito a un banale incidente durante una battuta di caccia. Il nipote Vladimir Grigorievic (1909-1972) intraprende gli studi all’Accademia di agricoltura, poi diventa allievo del teatro sperimentale di Mejerchol’d. Dopo la tragica morte dello zio, decide di proseguire il suo lavoro e ne eredita gli animali. Nel 1928 debutta introducendo nei numeri circensi (che intanto avevano perso ogni traccia di satira politica) elementi di teatralità, quali l’improvvisazione, la drammaturgia, la sottolineatura dei caratteri degli animali, ognuno un personaggio diverso. Lavora con gruppi numerosi di animali (anche feroci) e continua ad approfondire le tecniche di ammaestramento dello zio e del padre. Nel 1967 è nominato Artista del popolo dell’Urss. Alcuni discendenti dei D. continuano a esibirsi in Russia e all’estero in numeri più tradizionali, senza però riscuotere il successo dei fondatori della dinastia.

Cairoli

Figlio di Jean-Marie Cairoli (1879-1956), giocoliere antipodista divenuto clown, Carletto Cairoli forma con il padre e il celebre Porto il trio Cairoli-Porto-Carletto, che raccoglie la pesante eredità dei Fratellini al Medrano di Parigi; qui introducono un umorismo all’inglese basato sull’assurdo, che – proprio per il contrasto con la comicità dei più celebri predecessori – riesce a farli ben figurare. In seguito il trio sarà composto da Cairoli, Carletto e il fratello Philippe. Cairoli sposa Violette Fratellini e nel 1939 si stabilisce in Inghilterra con il padre. Nel 1947 Jean-Marie si ritira e Philippe emigra in Sudamerica. È allora Carletto, con lo pseudonimo di Charlie, ad assumere grande notorietà in Inghilterra, dove si esibisce per trentanove stagioni consecutive al famoso Blackpool Tower Circus, cambiando numerosi partner e presentando ogni anno numeri differenti.

Cavallini

Il trio formato da Rodolfo, Emilio e Goberto è applaudito nella prima metà del secolo in Italia e all’estero, sfociando in altri gruppi con figli e nipoti; negli anni ’60 diviene noto come solista Gigi. I Cavallini si sono anche esibiti in teatro con Dario Fo.

Fratellini

Dei numerosi Fratellini si ricorda soprattutto il trio formato da Francesco, Alberto e Paul, attivo a Parigi, prima al Cirque d’Hiver poi al Medrano, e saltuariamente in tournée internazionali. I Fratellini, che vengono considerati i fondatori del trio clownesco moderno, si distingono per la definizione originale dei personaggi, l’abilità recitativa notevole e un ricchissimo repertorio farsesco, rinnovato in certi casi ogni settimana, con fervida immaginazione nell’invenzione di storie, accessori, costumi e trovate comiche. Idolatrati dalle masse come dai critici, sono applauditi dalle maggiori personalità politiche e artistiche del mondo. Insegnano al Vieux-Colombier di Jacques Coupeau, si esibiscono alla Comédie-Française e per loro Jean Cocteau e Darius Milhaud compongono Le Beuf sur le Toit . Di una certa notorietà sono anche i tre Fratellini-Colombo, contemporanei e cugini del più celebre trio, nel circuito internazionale del circo e del music-hall. Nelle generazioni successive dei Fratellini sono applauditi negli anni ’50 e ’60 i cascatori Fratellini-Craddocks (figli di Francois), con il clown Baba; e, negli anni ’80 e ’90, il figlio di quest’ultimo, Tino (1947-1993).

Larible

David Larible fa parte della settima generazione di una famiglia di tradizione circense imparentata con i Travaglia. In pista sin da giovanissimo, si esibisce nelle discipline più diverse ottenendo una formazione enciclopedica. La famiglia è ingaggiata nei principali circhi italiani (Casartelli-De Rocchi, Darix Togni, Cesare Togni) ed europei (Nock, Bouglione, Krone, Tower Circus e Teatro Carré). In Sudamerica è da Tihany, Atayde e Fuentes. Dal 1986 al 1988 è ospite fisso del programma della televisione tedesca Sterne in der Manege . Acquisisce così un notevole bagaglio di esperienze, che contribuisce a impreziosire ulteriormente le sue naturali capacità. Sposa la trapezista messicana America Jiménez. Da Krone, fra i più importanti circhi tedeschi, dove è ingaggiata la famiglia, gli viene offerta la possibilità di intrattenere il pubblico all’ingresso, prima dello spettacolo. Ha così modo di osservare da vicino due dei più grandi clown del secolo, Charlie Rivel e Oleg Popov.

Negli stessi anni definisce il proprio personaggio, un augusto classico con un vestito grigio semplice, (in contrasto con l’allegria che esprime), un cappello alla Jackie Coogan de Il monello , un trucco leggero e il classico naso rosso. Si concentra prevalentemente su delle riprese corte e originali, sempre diverse, da effettuarsi fra un numero e l’altro dello spettacolo. Nel 1988 è chiamato dal principe Ranieri al festival di Montecarlo, dove vince a sorpresa un Clown d’argento. Dopo due anni partecipa ancora al festival ma fuori concorso. In Sudamerica, al circo Atayde, ha la possibilità di misurarsi con il pubblico dei grandi palazzi dello sport di una capienza superiore agli ottomila posti. Kenneth Feld lo vede e lo ingaggia come primo clown della storia di Ringling Bros. and Barnum & Bailey ad apparire come star della pista centrale. Da Ringling, dove viene chiamato `Il clown dei clown’, il processo produttivo impone un rinnovamento continuo dei propri numeri clowneschi.

David Larible cambia così il proprio approccio alla creazione, attingendo dal repertorio classico al quale, alla maniera della Commedia dell’Arte, apporta decisive innovazioni personalizzando o stravolgendo canovacci preesistenti. La pluriennale esperienza di trapezista, pattinatore, giocoliere, ballerino, acrobata a cavallo e altro ancora, lo dota di una struttura fisica massiccia e agile al tempo stesso, che egli comanda a piacimento arricchendo le sue riprese di un potenziale mimico enorme. Il successo in tutti gli Usa, dove il pubblico è multietnico, dimostra l’universalità della sua comicità. Dal 1996 approda al palcoscenico con uno `one-man-show’ dal titolo Scusi vuol partecipare? portato, in varie rassegne teatrali. Lo spettacolo è la messa in scena fluida e coordinata dei suoi migliori numeri. Il titolo la dice lunga sul tipo di sviluppo dato allo spettacolo, basato infatti principalmente sull’interazione fra pubblico e artista, suo `modus operandi’ prediletto.

Paul

Inizialmente grafico nella nativa Vienna, Bernhard Paul è co-fondatore e in seguito proprietario in Germania del circo Roncalli ( v .) di cui crea gli spettacoli e in cui si esibisce ogni sera nel personaggio del clown Zippo, al cui fianco si alternano negli anni alcuni tra i maggiori clown degli anni ’80 e ’90. Paul diviene il più grande collezionista del mondo di antiquariato circense costituendo un museo privato a Colonia, base per il suo progetto artistico: la restituzione al pubblico tedesco della cultura artistica del circo e del varietà classico. P. inserisce gli spettacoli del circo Roncalli nei maggiori festival teatrali, e crea originali eventi circensi per numerose città europee (Berlino, Mosca, Siviglia, Vienna, Bruxelles, Copenaghen). Nel 1989 riapre l’Alte Oper di Frankfurt con un programma di varietà. Nel 1991 con le tournée Panem et circenses reinventa la formula del ristorante-spettacolo. In seguito, in accordo con il produttore berlinese Peter Schvenkow, inaugura nuovi teatri di varietà in Germania, tutti caratterizzati da notevole sfarzo, elaborate ambientazioni e una regolare programmazione di elevato livello, spesso con regie dello stesso Paul: nel 1993 ricostruisce il Wintergarten Varietè a Berlino e il Ronacher Theater di Vienna; nel 1994 fonda il Friedrichstadpalast a Stuttgart e nel 1998 l’Apollo a Düsseldorf. Paul, spesso attore di teatro e film, ha un ruolo determinante nel mercato teatrale tedesco, e il suo circo Roncalli continua a essere il più richiesto della Germania.

Rastelli,

Negli anni ’30 quelli della famiglia Rastelli presentano un’entrata musicale classica e un buon numero di acrobazia al trampolino elastico. Dagli anni ’60 si specializzano nel numero dei clown che portano a un livello tale da essere considerati fra i migliori del loro genere. La formazione tipo è composta dal padre Alfredo, i figli Vittorio e Oreste e la moglie di quest’ultimo, Francesca. La loro comicità, resa più gustosa dai virtuosismi musicali di cui sono capaci, è basata sulla lotta con gli attrezzi, con pianoforti che esplodono e strumenti musicali che vanno in frantumi. Si esibiscono per lunghe stagioni con Holiday on Ice e in Italia al Circo americano dei Togni.

Grock

Considerato fra i maggiori clown del secolo. Grock non proviene da famiglia circense e inizia la sua vita nomade esibendosi in piccoli circhi o feste di piazza e specializzandosi in discipline quali funambolismo e contorsionismo. Dimostra una spiccata predisposizione per gli strumenti musicali, che riesce a suonare in gran varietà: pianoforte, violino, chitarra, clarinetto, sassofono, fisarmonica, trombone e concertina. Prende il nome di G. quando, in un duo di comici chiamato Brick e Brock, deve subentrare al secondo. Per la prima parte della propria carriera è un augusto in coppia con validi clown bianchi, del calibro di Antonet, ma la sua fama deriva dalla successiva carriera di solista, tutt’al più appoggiato dalla classica figura del direttore di pista o di scena (fra i quali Max van Emden e Alfred Schatz). La sua maschera è fra le più note e fra le meno imitate del secolo a riprova della propria grande personalità: cranio ovale, liscio e pelato, naso con una punta di rosso, largo sorriso disegnato sul viso bianco. Il costume una palandrana larghissima sopra un paio di pantaloni anche questi abbondanti e a una camicia bianca disordinata con un piccolo papillon, scarpe enormi e piatte.

La sua grandezza deriva probabilmente proprio dall’aver deviato dalle tipologie tradizionali della clownerie dell’epoca affermando uno stile proprio, con grande rilevanza della parte musicale. Il suo numero, che nell’ossatura rimane uguale per oltre quarant’anni, può durare sino a 50 minuti ed è composto da piccole variazioni su temi che egli stesso avvia, quasi una partitura jazz piuttosto che una vera e propria drammaturgia. Il proprio repertorio di gesti è vastissimo, la voce estremamente flessibile e modulabile. Una volta affermato il proprio successo vive lontano dal mondo del circo itinerante, esibendosi esclusivamente nei grandi circhi stabili come il Medrano di Parigi o nei più importanti teatri di varietà dell’epoca, in tutta Europa, Sud America e Australia. Minor successo ottiene in Italia, Spagna e Usa. È comunque conosciuto e apprezzato da reali e governanti di tutta Europa, oltre che da noti uomini di cultura e dello spettacolo del proprio tempo, fra i quali Chaplin. Uno dei pochi clown ad aver vissuto nello sfarzo, nel 1930 si stabilisce, con la moglie italiana Ines Ospiri, in una stupenda e costosissima villa a Imperia. Nel 1951 crea un proprio circo itinerante che si esibisce in alcune città europee con alterna fortuna. Termina la propria carriera il 31 ottobre 1954 ad Amburgo con grande attenzione dei mass media. Da allora fa solo alcune apparizioni in programmi televisivi italiani.

Enghibarov

Fra i migliori artisti circensi attivi in Urss nel dopoguerra, Enghibarov Leonid Georgevic nel 1959 si diploma in clownerie alla Scuola del circo di Mosca. Comincia a lavorare nel collettivo dell’Armenia, dove nel 1972 gli viene conferito il titolo di Artista del popolo. E. è uno dei primi clown moderni, che inserisce nelle proprie esibizioni fondamenti di mimo accanto a pure tecniche circensi. Per questo motivo la sua maschera è essenziale: trucco leggerissimo e costume semplice (salopette nera con una `bretella’ sempre slacciata). Dà grande importanza all’espressione facciale e al movimento del corpo, che padroneggia con utilizzo assai scarno dell’attrezzeria tradizionale del clown. La sua estetica comica viene definita ‘umana’: il suo personaggio si adatta alle circostanze mostrandosi di volta in volta triste o allegro, vigliacco o coraggioso, in una visione poetica del mondo a lui contemporaneo delle repubbliche dell’ex Urss. Valido acrobata e giocoliere, inserisce anche queste tecniche di base nel proprio repertorio di clownerie, che è vario e originale e che esegue anche in numerose tournée all’estero. Si distingue come attore teatrale di pantomima in I capricci di un clown . Interpreta vari cortometraggi comici. È autore di numerosi saggi sulla clownerie.

Rivel

Figlio d’arte, Charlie Rivel debutta a soli due anni nel numero di antipodista del padre, Andreu Pausas. Con i fratelli Polo, René, Marcel e Roger, riceve una formazione di carattere universale distinguendosi in barre fisse, anelli, corda molla e soprattutto trapezio basso. Dopo varie traversie con il piccolo circo di famiglia, i tre fratelli maggiori, Josep, Polo e René, con l’aiuto del padre, decidono di specializzarsi in due numeri, i volanti bassi e l’entrata comica, che rispetta il modello dei Fratellini: un clown bianco e due augusti con ruoli distinti. Nel 1916 R. debutta con la sua bella imitazione di Charlie Chaplin. Nel 1927, a un concorso di imitatori di Charlot, al quale in incognito partecipa persino lo stesso Chaplin, Rivel si aggiudica il primo premio, lasciando al vero omino in bombetta solo il piazzamento d’onore. Chaplin sbuffa: «Insomma è lei ad imitare me o sono io ad imitare lei?». I tre fratelli riscuotono un buon successo fra la prima e la seconda guerra mondiale, dapprincipio come `Los Andreu Rivels’ e, in seguito al successo dell’imitazione di Chaplin, come `Charlot Rivels y su Troupe’. Nel 1940 R. lascia il resto della famiglia e dopo pochi anni si ritira dalle scene. Nel 1952 Grock ( v. ) lo convince a riprendere la carriera. Rivel si trasforma allora da augusto a eccentrico solista, affermando la maschera del clown romantico, con il lungo camicione, il naso a cubo e una rosa fra le mani. È di quegli anni la memorabile parodia di una cantante lirica italiana, Maria Cinzano.

Nel frattempo Rivel si è sposato con Carmen Busto dalla quale ha quattro figli: la bellissima Paulina, unitasi poi con il valido addestratore di cavalli Albert Schumann, e tre maschi Juanito, Charlie e Valentino. Questi ultimi formano un numero acrobatico comico musicale, i “Charlivels”, che riscuote grande successo (per due volte alla Royal Variety Performance inglese, nel 1949 e nel 1958). La definitiva consacrazione di Rivel avviene nel 1974 quando il principe Ranieri gli consegna il primo Clown d’oro della storia di una manifestazione, il Festival di Montecarlo, destinata a diventare la più importante kermesse del settore. Il suo ultimo spettacolo ha luogo a Madrid nel natale del 1982, con il circo de Los Muchachos. Dimitri, famoso mimo svizzero, dice di Rivel: «È Picasso. Picasso che, con tre o quattro tratti sopra una tela, disegna e dona tutta la sua vita… perché dietro questi tre o quattro tratti inimitabili vi è la maturità di un uomo». A Rivel dal 1984 è dedicato un Festival internacional de pallassos che si svolge con cadenza biennale a Cornellá de Llobregat, una piccola cittadina nell’area metropolitana di Barcellona.