TanzTheater der Komischen Oper Berlin

Fondata con il Balletto della Komische Oper di Berlino Est nel 1946, solo sotto la guida del coreografo Tom Schilling (1966 – 1994) la TanzTheater der Komischen Oper Berlin ha assunto una precisa identità artistica, legata al teatro di danza drammatico, con lavori ispirati al repertorio teatrale o ad opere letterarie quali Romeo e Giulietta (1972), Il Moro di Venezia (1969), Il sogno di una notte di mezza estate (1981). Dal 1994 è diretta dagli olandesi Mark Jonkers e Jan Linkens, nominato anche suo coreografo principale, ed ha assunto il nome di T. der K.O. a sottolineare un ulteriore consolidamento della sua linea artistica. Composta da una trentina di ballerini di formazione classica ma aperti alle discipline contemporanee, propone creazioni dei maggiori autori di teatrodanza europei e dell’avanguardia coreografica tedesca come Cesc Gelabert (Lucretia Stop), Vincente Saez (Wirbel), Juan Carlos Garcia (Landschaft mit Schatten ), oltre che dello stesso Linkens (Nuevas Cruces; Takt; Oedipus Rex).

Volksbühne

Volksbühne è un teatro fondato nel 1890 a Berlino da un gruppo di dirigenti socialdemocratici come Libero teatro popolare (Freie V.); è uno dei primi tentativi di democratizzazione del teatro che ispira poi le moderne forme di attività sovvenzionata. La proposta parte da B. Willie, un intellettuale, membro della sezione giovanile del Spd (il partito socialdemocratico tedesco) e vicino alla Freie Bühne, un teatro nato sul modello del francese Théâtre Libre. L’idea è quella di spezzare il monopolio culturale della borghesia organizzando in modo cooperativistico un pubblico di lavoratori. A costoro, dietro versamento di una quota minima di partecipazione, si vuole garantire il diritto a una rappresentazione al mese in sale che devono essere prese in affitto con posti a sedere, da assegnarsi con un sistema a rotazione o tirando a sorte.

Il repertorio deve essere di alto livello, con autori classici e moderni, da Goethe e Schiller a Ibsen e Hauptmann, e interpretato da attori di provata professionalità. Nonostante la comune aspirazione a un’arte per il popolo, ben presto sorgono conflitti tra i responsabili del partito (che intendono dare priorità alle lotte politiche e alle problematiche dell’economia) e B. Willie, primo presidente dell’organizzazione teatrale. Ne segue una scissione: B. Willie fonda nel 1892 la Neue Freie V. che si avvanteggerà della rottura tanto che nel 1913 conterà già cinquantamila aderenti. I dirigenti socialdemocratici, infatti, tendono a operare scelte artistiche improntate a un certo tradizionalismo (Schiller piuttosto che il naturalismo, per esempio), con poche aperture a un effettivo rinnovamento del teatro, convinti che un’arte proletaria non sia di fatto possibile in un regime di capitalismo. Questa scissione viene superata con il contratto del `cartello’ nel 1913 e la riunificazione in seno alla V. diventa un dato di fatto nel 1920. L’organizzazione, a quel punto, dispone di un proprio teatro a Berlino (chiamato appunto Volksbühne).

Alla vigilia della guerra, nel 1914, gli aderenti diventano settantamila e oltre mezzo milione nel 1927; le tournèe del teatro si estendono all’intero territorio tedesco, ma le scelte si adattano sempre più a un certo spirito di neutralità sia riguardo agli aspetti economici sia riguardo alle scelte artistiche. Nel 1927, la rottura di E. Piscator – regista principale – segna il culmine di un nuovo conflitto tra due orientamenti diversi. La gioventù di Berlino fa fronte comune continuando a rivendicare un teatro militante a cui K.H. Martin (divenuto intendente nel 1929) provvede inserendo nei programmi pièce d’attualità (Zeitstücke) di cui si contano numerosi esempi soprattutto verso la fine degli anni ’20. Sotto il nazismo l’organizzazione viene sciolta e il teatro viene statalizzato a partire dal 1937.

L’associazione rinasce dopo la guerra, nella Rdt, ma perde la sua indipendenza (1953) a vantaggio dell’organizzazione sindacale sino a quando, nel 1954, il teatro ricostruito può riprendere la sua attività a Berlino sotto l’intendenza di F. Wisten. Negli anni ’70 torna a essere un teatro di primaria importanza sotto la direzione artistica di B. Besson. Nel 1963, nella Germania federale, l’associazione conta ancora quattrocentotrentamila membri, ma soltanto poco più della metà venti anni più tardi. Una nuova sala con il nome di Volksbühne viene inaugurata a Berlino Ovest nel 1962 sotto la direzione di E. Piscator che, sino al 1966 anno della sua morte, vi presenta, tra l’altro, il nuovo teatro documentario tedesco. Dopo la caduta del muro di Berlino e la riunificazione della città viene scelto come nuovo intendente il regista F. Castorf.

Schaubühne

Schaubühne è un teatro privato fondato nel 1962 a Berlino ovest, dapprima scena studentesca, noto per l’impegno politico e sociale delle sue produzioni. Sin dall’inizio contribuisce ad accrescere l’interesse per Brecht con la messa in scena di opere poco rappresentate come Un uomo è un uomo (1962), con la regia di Hagen Müeller-Stahl, e delle opere di P. Weiss del quale viene proposto in prima assoluta Cantata di un fantoccio Lusitano (1967). Si instaurano rapporti di lavoro con personalità emergenti della cultura teatrale della RDT, come il drammaturgo H. Lange, e dell’Europa orientale, come il regista polacco K. Swinarski.

Nel 1970 si forma una compagnia stabile in base ad accordi tra J. Schitthelm, K. Weiffenbach e il regista P. Stein, con sovvenzioni del senato di Berlino. Ne fanno parte attori che già in passato avevano lavorato con Stein quali B. Ganz, E. Clever e J. Lampe. Il nuovo programma della Schaubühne è ardito e contraddittorio: la messa in scena di opere di chiaro impegno politico (La madre di Brecht) contrasta con quella di altre, raffinate e intellettualistiche (Cavalcata sul lago di Costanza di P. Handke). Tuttavia, contrasti di questo tipo, che caratterizzano la S. anche in seguito, fungono da stimolo per il lavoro di personalità tra loro alquanto diverse come, i registi Stein, Grüber e Bondy; del drammaturgo D. Sturm e B. Strauss (per alcuni suoi particolari progetti).

Nel corso degli anni ’70 il lavoro trae ulteriore impulso da ricerche e progetti di gruppo sul teatro rivolto ai bambini, sul teatro shakespeariano ed elisabettiano e anche sulla tragedia greca (Le baccanti, messo in scena da Grüber nel 1974 e l’Orestea diretta da Stein nel 1980). Inoltre, a partire dal 1980, vengono organizzate anche rappresentazioni dirette a un pubblico particolare di lavoratori nonché di immigrati (turchi, per esempio). Alla fine degli anni ’70, grazie all’intervento del senato di Berlino, la S. ottiene una nuova sede, più grande e meglio attrezzata di quella, nel quartiere di Kreuzberg dove aveva iniziato l’attività: un grande cinema costruito da Mendelsohn a Lehniner Platz, appositamente ristrutturato. Da allora vi hanno operato ancora Stein, Grüber, Bondy, J. Gosch e, dal 1991, la regista A. Breth il cui lavoro viene seguito dalla critica con particolare interesse.

Winter Garten

Il Winter Garten inizia la sua attività nel 1875 come ristorante all’aperto sulla Friedrichstrasse, la strada degli spettacoli della Berlino d’allora, una specie di Broadway germanica. Il locale ospita piccole esibizioni, soprattutto musicali, come nella tradizione dei `pleasure gardens’ inglesi. Il 7 gennaio 1882 viene realizzata un’enorme copertura di vetro per permettere l’esercizio anche nei periodi invernali, da cui il nome Winter Garten. Il nuovo locale, inaugurato dall’imperatore Guglielmo I, è una sorta di serra lussuosa, con arredo di fontane e piante ed un piccolo palco dove vengono presentate alcune attrazioni, mentre i visitatori mangiano e bevono.

Il primo novembre del 1895, il Winter Garten è il primo locale pubblico europeo a proiettare una pellicola realizzata in Bioskop da Max Skladanowsky. Nel 1900 la definitiva trasformazione in teatro: spariscono piante ed aiuole, sostituite da un grande palco ed un’immensa platea capace di ospitare oltre duemila spettatori. La grande vetrata viene sostituita e il locale prende l’appellativo de `il varietà dal cielo stellato’, per il caratteristico soffitto blu a volta trapunto da miriadi di piccole luci. L’architettura scenica è modernissima, capace di ospitare da singoli comici a troupe di trapezisti o gruppi di elefanti. Il Winter Garten diventa la meta preferita dei berlinesi in cerca di divertimento. Uno dei pochi teatri europei dove il termine varietà viene applicato alla lettera e si realizza una commistione senza stridori fra vedette di varie discipline.

In oltre mezzo secolo sfilano i migliori artisti del tempo: l’illusionista Harry Houdini, la danzatrice Loie Fuller, le soubrette Cleo de Merode, la bella Otero e Mistinguette, il giocoliere Enrico Rastelli, i clown Fratellini e Grock, i trapezisti Codona ed Amadori, il domatore Alfred Court, la cavallerizza May Wirth. Ed ancora il travestito Barbette, le marionette del teatro dei Piccoli di Vittorio Podrecca e il trasformista Leopoldo Fregoli. Da non dimenticare la splendida orchestra di trentadue elementi diretta, negli anni ’20, dal maestro Paul Lincke. Così come il nutritissimo corpo di ballo delle Tiller Girls. Ma l’artista più rappresentativo del Winter Garten è forse il famoso comico e cantante tedesco Otto Reutter (1870-1931), che in patria ottiene un successo paragonabile a quello che da noi, negli stessi anni, riscuote Ettore Petrolini. Reutter rimane per trent’anni nei cartelloni del teatro, menestrello conservatore e patriottico, con canzoni sul mondo dei lavoratori fra le quali la nota “Ich wundre mir über gar nicht mehr” ( Non mi meraviglio più di niente ). Negli anni del nazionalsocialismo, Hitler mostra di apprezzare l’operato del locale, indicendo pubblici concorsi per i migliori artisti, proibendo però allo stesso tempo la collaborazione di operatori semiti.

Naturalmente il Winter Garten non è il solo locale del genere nella Berlino di allora. I suoi migliori concorrenti sono l’Apollo, il Walhalla e soprattutto la Scala, fondata nel 1920 da Jules Marx, con la particolarità di privilegiare una forma ibrida fra varietà e rivista. L’atmosfera dei locali di spettacolo del tempo è ben ricostruita in Cabaret (1972, Bob Fosse). Nel 1945, il WG, così come la maggior parte degli altri locali pubblici, viene raso al suolo durante i bombardamenti degli alleati sulla capitale tedesca. Ma evidentemente la tradizione del teatro di varietà è ben radicata nella cultura tedesca. Dalla fine degli anni ’80, infatti, è in atto un riflusso positivo del genere, che vede l’apertura di nuovi locali o la riapertura di vecchi in numerose città tedesche.

Nel 1992 viene inaugurato a Berlino, sulla Potsdamer Strasse, il nuovo Winter Garten, con la consulenza artistica di Andrè Heller e Bernhard Paul e quella saltuaria dell’italiano Arturo Brachetti. Altri importanti teatri di varietà sono il Teigerpalast di Francoforte e il GOP di Hannover. Ma da segnalare è soprattutto l’attività del Chamaleon, forse l’unico a proporre un’estetica veramente nuova, un `varietà underground’, che opera in un teatro diroccato al secondo piano di una vecchia palazzina nell’ex Berlino Est, con la direzione artistica del mimo-clown Harald `Hacki’ Ginda.