Teatro Tascabile di Bergamo

Nasce con questo nome negli anni ’60 e si caratterizza per il lavoro di diffusione di testi teatrali in genere ignoti al repertorio scenico tradizionale dell’epoca. Nel 1972 la vecchia compagnia semiprofessionale che lo compone si scioglie. Il nuovo gruppo Teatro Tascabile di Bergamo, che nasce a opera di Renzo Vescovi (1973), è costituito da attori senza precedenti esperienze teatrali, che costruiscono nel tempo la propria tecnica sulle suggestioni del teatro laboratorio di Grotowski. Il debito più grande il Teatro Tascabile lo deve alla forte influenza di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret, anche se non mancano echi di altre realtà teatrali musicali e perfino circensi. Il primo spettacolo del gruppo, L’amor comenza (1973), un centone di testi tardomedioevali inframmezzato di canti, danze e giochi acrobatici, ebbe un esito molto felice e fu invitato a vari importanti festival nazionali e internazionali. Grande importanza ha sempre avuto la tecnica scenica, con particolare riguardo all’arte dell’attore. Dopo i primi esperimenti iniziati nel 1977, esso dà vita al suo primo spettacolo di strada, Invito alla festa . L’intento era quello di infrangere le barriere che dividono nel teatro i differenti pubblici: quello specializzato e un altro spesso inconsapevole e distratto che va a teatro solo per puro divertimento.

Il teatro di strada del Teatro Tascabile si rivolge allo spettatore casuale e a quello volontario straniando entrambi e sollecitando l’attenzione o un rifiuto. Con la fusione dei livelli, lo spettatore diviene impersonale e si offre così all’artista per essere provocato sull’essenziale, toccato nel cuore rinunciando a linguaggi allusivi e di maniera. Proprio questa necessità dell’essenziale conduce paradossalmente, nonostante la sua apparente estroversione e perfino la sua chiassosità, alla concentrazione e all’interiorità. Questo è uno dei motivi fondamentali per cui i fondatori del Teatro Tascabile (Renzo Vescovi, Ludovico Muratori, Susanna Vincenzetto e Franco Pasi) si avvicinarono al teatro indiano e balinese. Scoperto e provato in modo diretto il fascino di queste antiche tradizioni, il gruppo ha cercato di indagare questa cultura di teatro-danza in modo progressivamente più ampio lavorando dal 1977 con grandi maestri orientali e fondando l’Istituto di cultura scenica orientale. L’istituto è presente a livello scientifico nazionale e internazionale con relazioni, seminari, convegni, atelier, pubblicazioni, film e una biblioteca-videoteca, specializzata sull’arte dell’attore e sull’antropologia teatrale, che ha pochi paragoni in Italia e in Europa.

Dalla sua nascita il Teatro Tascabile ha prodotto sessantotto spettacoli; vale la pena citare: Albatri, 1977; Storie dal Mahabharata, 1991; La saga di Peer Gynt, 1995; Amor sacro, amor profano, 1995; Il velo di Maya, 1996. Le ultime creazioni rivelano una più esplicita fusione dei due diversi mondi. Gli spettacoli di strada si sono fatti più lirici preferendo contesti ambientali in cui all’aspetto culturale urbano si affianca, con sempre maggior ampiezza, quello più naturale del paesaggio (parchi, stagni, laghi, fiumi, mare). Teatralmente si assiste a una spoliazione progressiva dell’elemento tecnologico sia per quanto riguarda gli interventi di strada (nell’ultimo spettacolo, Sonia, Piccola Parata Notturna, Sonata op.19, Alla Luna, le scene avvenivano al lume della luna ravvivata, dove necessario, dalla fiamma di qualche fuoco) sia nell’ultima produzione, Esperimenti con la verità.