Ballet du XXème siècle

Alla sua base è da considerare il nucleo di giovani e forti danzatori che lo stesso coreografo riunì per portare in scena, nel 1959, la sua versione del Sacre du printemps . Anche se non esclusivo, il luogo dei suoi spettacoli fu il Théâtre Royal de la Monnaie. Altre sedi: Cirque Royal e Forest National. Numerose furono le sue tournée all’estero, a cominciare dall’Italia (fra l’altro alla Scala e all’Arena di Verona). L’asse portante del suo repertorio fu costituito dalle coreografie di Béjart che ebbe il ruolo di direttore artistico e seppe circondarsi anche di altri artisti importanti (dalla Charrat a Massine, da Sparembelk a Milloss). Notevole però fu il contributo degli stessi danzatori che il maestro spingeva a prove coreografiche. Danzatori che Béjart seppe reclutare da tutto il mondo selezionando i migliori, così da costituire una compagine forte e omogenea, particolarmente brillante poi sul versante maschile. Tra le file del Ballet du XXème siècle militarono, oltre a J. Donn, ballerini di grande prestigio come A. Albrecth, G. Casado, J.M. Van Hoecke, J. Lefebre, D. Lommel, I. Marko, L. Massine, P. Touron. E ancora gli italiani V. Biagi e P. Bortoluzzi. Nel settore femminile, T. Bari, S. Farrell, M. Gielgued, S. Mirk, L. Proenca, D. Sifnios. Caratteristica della compagnia è stata anche quella di rivolgersi soprattutto al mondo dei giovani con opere, alcune delle quali (ad esempio la Nona sinfonia del 1964, portata in ampi spazi, o Bolero 1960) diventarono spettacoli `cult’ grazie al loro forte impatto emotivo. Dal 1987 la compagnia si è trasferita in Svizzera, trasformandosi nel Béjart Ballet Lausanne.