Chadwich

Diplomatasi presso la Royal Ballet School di Londra, Fiona Chadwich entra a far parte del corpo di ballo del Royal Ballet nel 1970, esibendosi in seguito anche con altre compagnie. Nominata solista e prima ballerina, si esibisce come protagonista in diversi balletti (L’uccello di fuoco, 1980; Isadora, 1981).

Loudières

Entrata sedicenne all’Opéra di Parigi, Monique Loudières è stata nominata étoile nel 1982, al termine di una sua esibizione al festival di Nervi. Ad apprezzarne le doti fu soprattutto Nureyev, che seppe metterla in luce durante la sua permanenza nel teatro francese. Preziosa interprete di ruoli classici (Giselle, Aurora, Kitri, ecc.), ballerina ricca di calore interpretativo e dalla tecnica impeccabile, ha lavorato con molti maestri della coreografia contemporanea. Fra di essi, Béjart, Forsythe, la Tharp e Neumeier, che la prescelse per la sua versione moderna di Sylvia di Delibes. In Italia ha danzato nel ruolo di Lady Anna in Riccardo III di Iancu. È sposata con il danzatore Hervé Dormann.

Contardi

Laura Contardi studia con Giuseppina Campolonghi e a Parigi con Y. Chauviré e G. Thesmar, per poi avviare un’intensa carriera danzando come prima ballerina con i Balletti di Montecarlo (1985-87), l’English National Ballet (1987-89), la Deutsche Oper di Berlino (1990) e l’Aterballetto (1993). Dal 1996 all’Opera di Dresda, partecipa con successo a creazioni di J. Neumeier (Pomeriggio di un fauno) e T. Schilling (Le affinità elettive).

Radice

Formatasi alla Scuola di ballo della Scala e perfezionatasi con Enrico Cecchetti e Cia Fornaroli, Attilia Radice entra nel Corpo di ballo del teatro milanese diventandone prima ballerina nel 1932, anno in cui interpreta la protagonista nel ballo grande di Léonide Massine Belkis, regina di Saba (musica di Respighi). Passata nel 1935 all’Opera di Roma con la carica di prima ballerina assoluta, interpreta con stile impeccabile i grandi classici, ma si mette in particolare evidenza nei ruoli per lei creati da Aurel Milloss: Il cappello a tre punte (1938), La giara (1939), Le creature di Prometeo (1940), Il mandarino meraviglioso (Scala 1942). Lasciate le scene nel 1957 assume la direzione della scuola del Teatro dell’Opera dove, fino al suo ritiro nel 1973, si è prodigata a trasmettere la linea didattica e artistica appresa da Cecchetti a numerose allieve, tra le quali si ricorda Elisabetta Terabust.

Giannasi

Simonetta Giannasi studia danza a Firenze con Rino Pedrazzini, Barbara Baer e Cristina Bozzolini. Nel 1986 entra nel Balletto di Toscana dove per il suo fascino singolare e la potenza tecnica si segnala subito in lavori di Ed Wubbe (Bianchi flussi, 1987) e Massimo Moricone (Trois en Quatre, 1987). Dopo aver partecipato allo show televisivo Fantastico, nel 1989 rientra nel Balletto di Toscana e danza ruoli principali in Pulcinella (1990) di Virgilio Sieni, Mediterranea (1993) di Mauro Bigonzetti, Otello (1994) di Fabrizio Monteverde e Hortensia (1996) di Cesc Gelabert. Ha danzato con la compagnia di Virgilio Sieni in L’eclisse (1992).

Armiato

Diplomatasi alla scuola di ballo del Teatro alla Scala, Elisabetta Armiato entra direttamente in compagnia. Di tecnica brillante e temperamento vivace si mette in luce nel 1987 in Coppélia e poi nel Divertissement delle Quattro Stagioni – dai Vespri Siciliani – di Giuseppe Verdi (1988), guadagnando la nomina a prima ballerina. In seguito interpreta altri ruoli drammatici del repertorio ottocentesco ( La bayadère ), del Novecento ( Onegin ), nonché nuovi balletti narrativi ( Il rosso e il nero di Uwe Scholz, 1994; Giselle di Mats Ek, 1997).

Ferrara

Formatasi alla scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma Diana Ferrara ne diventa prima ballerina nel 1972 ed étoile nel 1978. Devota in maniera particolare al repertorio classico interpreta i principali titoli dell’Ottocento (Il lago dei cigni, Don Chisciotte, Schiaccianoci) e balletti neoclassici moderni (La dama di picche di Roland Petit, Apollo Musagète di George Balanchine, Carmen – di Alberto Alonso). Congedatasi dal teatro nel 1988 si dedica con la sua compagnia Astra Roma Ballet, fondata nel 1985, alla coreografia (Incontri a colori ) e alla riproduzione dei grandi balletti classici nella loro edizione originale o in versione rinnovata.

Vallo

Ambra Vallo studia a Napoli con M. Fusco e R. Nuñez, al centro di Cannes e alla Scuola del balletto reale delle Fiandre, debuttando nel 1990 nel Balletto reale di Vallonie. Dal 1991 al 1993 balla come solista al Balletto reale delle Fiandre; dal 1993 al ’96 copre lo stesso ruolo all’English National Ballet, da cui passa al Birmingham Royal Ballet. Di temperamento brillante e briosa personalità primeggia nei ruoli da `commedia’ del repertorio classico accademico ( Coppélia; La fille mal gardée ; Don Chisciotte ); ma la sua tecnica cristallina e la purezza di linee la mettono in luce in balletti neoclassici come Square Dances e Concerto Barocco di G. Balanchine. È tornata in Italia come ospite al San Carlo di Napoli per la novità di L. Cannito Te voglio bene assaje (1997).

Charisse

Cyd Charisse studia danza classica e, ancora giovanissima, è étoile nelle ultime tournée dei Balletti russi. Arrivata a Hollywood nel 1943 si presenta con lo pseudonimo di Lily Nordwood, prima di apparire in ruoli minori in film come Nasce una stella (1944) e Ziegfeld Follies (1945). Dopo il matrimonio con il cantante ‘crooner’ Tony Martin, con cui costituisce una delle coppie più solide di Hollywood, la Mgm continua a offrirle solo parti di contorno in film musicali come La matadora (1947), Su di un’isola con te e Parole e musica (1948). Deve aspettare Cantando sotto la pioggia (1952), in cui è la `femmina fatale’ protagonista della sequenza del sogno, per emergere appieno e imporsi come star. Negli anni ’50 contribuisce all’epoca d’oro del genere musicale in film come Spettacolo di varietà (1953), Brigadoon (1955), È sempre bel tempo (1955), La bella di Mosca (1957), pellicole in cui è partner di grande eleganza di Gene Kelly e Fred Astaire e interprete ideale delle coreografie di Michael Kidd. Anche se dotata di una voce gradevole e intonatissima, viene spesso doppiata nelle parti cantate da professioniste della canzone, più di frequente da Marion Doeges, Eileen Wilson, India Adams e Carol Richards; ciò nonostante ha al proprio attivo varie incisioni discografiche. Quando abbandona il musical con Black Tights (1962) si rivela attrice drammatica di notevole talento in Due settimane in un’altra città (1962). Negli anni seguenti è talora a fianco del marito in esibizioni dal vivo e alla televisione. Nel 1976 pubblica il libro autobiografico, scritto a quattro mani col marito, The Two of Us .

Seymour

Lynn Seymour studia a Vancouver e alla Sadler’s Wells Ballet School. Entra nel corpo di ballo del Covent Garden nel 1956, passando l’anno successivo al Royal Ballet Touring Co.; diventa solista al Royal Ballet nel 1958 e prima ballerina dal 1959 al 1966. Segue Kenneth MacMillan alla Deutsche Oper di Berlino, dove rimane dal 1966 al 1969. È principale ballerina ospite al Royal Ballet dal 1971 al 1978; si esibisce anche con molte altre compagnie. Direttrice del balletto dell’Opera di Monaco dal 1978 al 1980, la Seymour è danzatrice di rara presenza e potere drammatico, provvista inoltre di un notevole senso dell’umorismo. Tra le creazioni: di Ashton, Les deux Pigeons (1961), Four Brahms Dances in the Manner of Isadora e A Month in the Country (1976); di MacMillan, The Burrow (1958), The Invitation (1960), Anastasia (1967-1971) e Mayerling (Mary Vetsera, 1978); di Matthew Bourne, Cinderella (la Matrigna, 1997).

Rambert

Abbandonati gli studi di medicina per dedicarsi alla danza, Dame Marie Rambert studiò in primo luogo con E. Jaques-Dalcroze. La sua vita è cambiata quando Diaghilev l’ha scelta tra le allieve per assistere i danzatori dei Ballets russes, impegnati nei ritmi della Sagra della primavera di Stravinskij, che Nijinskij stava preparando con difficoltà. Dopo aver studiato con Cecchetti è entrata nei Ballets russes e si è trasferita in seguito a Londra con la Astafieva. Ha aperto la sua scuola nel 1920. Pur non avendo raggiunto un alto livello tecnico e non possedendo la stoffa della coreografa, si è dimostrata un’insegnante eccezionale e ha creato un ambiente divenuto uno straordinario vivaio artistico, offrendo la possibilità ad Ashton, Tudor, Gore, Howard, Cranko, Frank Staff e N. Morrice di produrre balletti per il suo piccolo complesso. Insieme al marito, il drammaturgo Ashley Dukes, ha comprato nel 1927 il piccolo Mercury Theatre, dove sono nati balletti importanti, interpretati da artisti diventati in seguito famosi; sempre artisti e non solo ballerini, perché Rambert teneva a trasmettere agli allievi e ai collaboratori parte della sua vasta cultura e a far crescere in essi una curiosità intellettuale. Sempre aperta a idee nuove, R. – che ha conservato anche in età avanzata un carattere focoso e pieno di entusiasmo – ha aperto la via a giovani coreografi quali N. Morris e C. Bruce e ha accolto con favore la trasformazione del Ballet R. in compagnia di danza moderna.

Brynd

Diplomata presso la Royal Ballet School di Londra, Bryony Brynd danza come solista e prima ballerina dal 1981 nella compagnia del Covent Garden, interpretando il ruolo di protagonista nelle più importanti coreografie in repertorio (Il lago dei cigni , 1981; Rapsody, di Ashton, 1981).

Rivera

All’età di undici anni Chita Rivera incomincia a studiare danza presso l’American School of Ballet. Quando debutta sui palcoscenici di Broadway è un anonimo elemento della chorus line di Call Me Madam (1952) e dei numeri di danza di Bulli e pupe (1953) e di Can-Can (1954). Il primo successo personale arriva con The Shoestring Revue (1955), confermato dalla notevole prova di Seventh Heaven (1955) e dalla sostituzione di Eartha Kitt in Shinbone Alley (1957). Assurge al ruolo di star come interprete di Anita in West Side Story (1957), sia nella produzione originale americana sia in quella londinese (1958).

Nel 1960 conosce il trionfo di Bye Bye Birdie a Broadway, replicato l’anno seguente nell’allestimento inglese; curiosamente questo musical ha un sequel nel 1981, Bring Back Birdie, in cui Rivera ha per compagno di scena Donald O’Connor. Continua a essere attiva in televisione in programmi di varietà dal 1956 e in teatro in musical di successo come Bajour (1964) e Chicago (1975), dove Bob Fosse la affianca da coprotagonista a Gwen Verdon, o come The Rink (1984) nel quale è la partner di Liza Minnelli. In anni più recenti è la star femminile di Kiss of the Spider Woman (1994), versione musicale ispirata più al film omonimo di Babenco che all’originale letterario di Puig.

Amiel

Allieva dell’Opéra di Parigi, Josette Amiel ha debuttato all’Opéra-Comique per poi passare a Palais Garnier, dove è diventata prima ballerina nel 1955 ed étoile nel 1958. Artista dalla linea tecnicamente perfetta, ha interpretato sia i grandi ruoli classici sia quelli moderni. È apparsa particolarmente perfetta in Il lago dei cigni , dove il suo cigno nero al terzo atto era a giudizio di molti un capolavoro di magica seduzione. Di rilievo anche la sua interpretazione in Symphonie de Gounod di F. Flindt (1964). Ha danzato sovente anche fuori del grande tempio parigino, nei massimi teatri d’Europa, dal Covent Garden alla Scala.

Schollar

Diplomata all’Istituto coreografico di Pietroburgo, allieva di Cecchetti, dal 1906 al 1920 Ljudmila Francevna Schollar ha danzato con il Balletto del Teatro Marijnskij. Crocerossina al fronte fra il 1914 e il 1916 è ferita due volte. Fra il 1909 e il 1914 ha preso parte alle stagioni parigine dei Ballets Russes di Diaghilev. Il suo talento di ballerina si è messo in luce soprattutto nei balletti di Fokin (Eunice, Carnaval, Petruska) e di Nizinskij (Jeux) ma è stata anche interprete del repertorio classico: Bajadera, Corsaro, Bella addormentata. Ha lasciato la Russia nel 1921 e ha danzato prima con i Ballets Russes di Diaghilev (sino al 1925) con il Teatro Colòn di Buenos Aires, con le compagnie di Ida Rubinstein e di Bronislava Nizinska (sino al 1935). Nel 1935 si è stabilita negli Stati Uniti e ha dato il via alla sua attività di insegnante, con il marito Anatolij Vil’tzak, prima a New York, poi a Washington e a San Francisco. Fra i suoi allievi, i migliori danzatori americani, fra i quali Nora Kaye, ma anche Heather Parisi.

Markova

Allieva dell’Astafieva a Londra, Alicia Markova è entrata nei Ballets Russes di Diaghilev all’età di quattordici anni, creando il ruolo principale nel Rossignol di Balanchine nel 1926 e danzando diversi altri ruoli. Ha studiato anche con Cecchetti e, dopo la morte di Diaghilev nel 1929, è tornata in Inghilterra dove è entrata nel Ballet Rambert, creando ruoli centrali in balletti di Ashton, Tudor e De Valois. Ha danzato anche per la Camargo Society e poi col Vic-Wells Ballet, diventandone prima ballerina. Fra le creazioni di quegli anni (1933-1935), Les Rendezvous di Ashton, The Haunted Ballroom e The Rake’s Progress di De Valois. È la prima ballerina inglese a interpretare i ruoli di Giselle e Odette-Odile. Nel 1935 ha fondato con Anton Dolin (che sarà a lungo suo partner) un complesso che porta i loro nomi. Entrata nel Ballet-Russe De Monte-Carlo (1938), ha creato ruoli in diversi balletti di Massine. Col Ballet Theatre americano (1941-45) ha interpretato i grandi ruoli classici, creando fra l’altro il ruolo principale femminile nel Romeo e Giulietta di Tudor. Tornata in Inghilterra (dove resterà fino al 1952), ha fondato nel 1952 con Dolin la compagnia che diventerà il London Festival Ballet. Continua a essere ospite nei teatri di tutto il mondo. Nota per l’eccezionale leggerezza e per l’impeccabile stile romantico, è stata virtuosa dalla tecnica forte e precisa: viene riconosciuta come la prima grande ballerina inglese del secolo e la sua Giselle è ormai leggendaria. Negli anni ’90 ha ancora fatto parte di giurie ed è una presenza importante agli Yorkshire Seminars.

Aldous

Iniziati gli studi di balletto a Sidney, dal 1955 al ’57 Lucette Aldous si perfeziona alla Royal Ballet School da cui passa direttamente al Ballet Rambert in veste di solista. Dal 1958 al 1963 è nominata prima ballerina, ruolo che mantiene in altre compagnie: il London Festival Ballet (1963-66), il Royal Ballet (1966-70), l’Australian Ballet (1971-77). Di temperamento vivace e tecnica agguerrita primeggia in ruoli brillanti come Swanilda in Coppélia e Kitri in Don Chisciotte , che interpreta anche nella versione filmata a fianco di Rudolf Nureyev (1973). Ritiratasi dalle scene nel 1983, diventa maître de ballet dell’Australian Ballet.

Mariemma

Mariemma inizia gli studi a Parigi, frequentando corsi di danza classica e prendendo le prime lezioni di danza spagnola con Francisco Miralles. Rientrata in Spagna nel 1934, si perfeziona con Estampío e inizia la sua carriera di danzatrice esibendosi in concerti di danza incentrati su suoi assolo (Danza de la Pastora, Bolero clasico, Danzas vascas ) e presentati al pubblico internazionale. Memorabile nel 1953 la sua esibizione con Antonio nel Cappello a tre punte di Falla al Teatro alla Scala, dove torna due anni dopo come coreografa di España per Luciana Novaro. Considerata una delle più illustri eredi di Antonia Mercè, ha imposto la figura di una danzatrice elegante, femminile e padrona della tecnica, brillando in brani caratterizzati dall’agile e virtuosistico suono delle sue nacchere.

Adret

Françoise Adret ha studiato con Susanne Kiss e Gorvski. Dal 1954 al 1958 ha lavorato con Petit all’Opéra di Parigi. Successivamente ha intrapreso una carriera internazionale esibendosi in vari teatri europei (Nizza, Zagabria). Con il Ballet Théâtre Contemporaine è stata eccellente protagonista di audaci e importanti lavori moderni (Aquathéme, Eonte, La follia d’Orlando). La sua carriera si è poi indirizzata su altri versanti: maître de ballet e direttrice di compagnia. Con energia e intelligenza, dal 1986, ha guidato per alcuni anni il balletto dell’Opéra di Lione. Come coreografa ha firmato varie opere su musiche di compositori contemporanei (Ligeti, Xenakis e altri).

Monnier

Nel corso degli anni ’90 Mathilde Monnier appare fra gli elementi di spicco della `nouvelle danse’ francese. Formatasi principalmente con V. Farber, dopo aver lavorato con F. Verret e A. Rigoult (con il quale crea Cru nel 1985, coreografia premiata a Bagnolet) per alcuni anni vive un intenso rapporto di collaborazione con J.F. Duroure. Staccatasi poi dallo stesso, prosegue in un itinerario personale e interessante rivelando multiformi interessi e con creatività inesauribile. Lavora sulle danze tradizionali collaborando con ballerini africani e si spinge verso la più stretta contemporaneità, sperimenta l’uso di spazi particolari e si ispira a momenti della vita quotidiana, sempre però mantenendo uno stile espressivo di grande energia e originalità. Tra le sue coreografie, Chinoiserie , Face Nord , Pour Antigone , Nuit (festival di Montpellier 1995) e Qui voyz-vous? (1997, in collaborazione con C. Brahem, creatrice di straordinarie `macchine sonore’ che sono anche autentica scenografia). Dal 1994, è alla testa del Centre Choréographique National de Montpellier Languedoc-Roussillon. Di particolare interesse la sua ricerca di danzaterapia con un gruppo di handicappati dell’ospedale di Montpellier.

Charrat

Considerata `enfant prodige’, Janine Charrat ha studiato con L. Egorova e O. Preobrajenska. Nel 1941 ha formato una coppia di successo con R. Petit. Ancora giovanissima, nel 1945 ha firmato la sua prima coreografia, Jeu de cartes (musica di Stravinskij). L’anno successivo, con il Nouveau Ballet de Monte-Carlo, fu ammirevole protagonista di alcuni lavori di Lifar (Passion e Chota Roustaveli). Nel 1948, per i Ballets de Paris di Petit, ha realizzato, su soggetto di P. Claudel, La femme et son ombre e, su libretto di J. Genet, Adam miroir ; l’anno successivo creava all’Opéra di Parigi Abraxas (musica di W. Egk). Nel 1952 ha fondato una sua compagnia, per la quale ha realizzato vari balletti: Le massacre des amazones, Une étrangére à Paris , Héraclès ; e ancora Les Algues , lavoro tra i più riusciti della Charrat, in cui con forza e originalità veniva trattato l’argomento della follia. Nel 1957 ha dato vita a Les Nouveaux Ballets de Janine Charrat, ai quali hanno dato la loro collaborazione famosi ballerini. In seguito a un incidente occorsole in uno studio televisivo la sua attività fu bloccata per circa un anno, così da poter riprendere solo nel 1962, al Grand-Théâtre de Génève, dove presentò Tu aura nom… Tristan . Alla pari di Petit, Charrat, pur non disponendo di un linguaggio veramente nuovo e originale, ha contribuito per lunghi anni a rinnovare con temi e soggetti insoliti il balletto tradizionale.

Verdy

Dopo aver studiato con C. Zambelli e V. Gsovsky, ancora adolescente Violette Verdy ha debuttato, nel 1945, ne Les Forains di R. Petit con i Ballets des Champs-Élysées. Dopodiché, sempre nella medesima compagnia, è stata una seducente Danae ne Les Amours de Jupiter dello stesso coreografo e ha splendidamente interpretato il ruolo di Euridice nell’ Orfeo di Lichine-Stravinskij. In seguito, l’esile, raffinatissima Verdy, ballerina dotata di una tecnica eccezionale – ma anche capace di donare ai suoi personaggi un’interpretazione penetrante e intelligente – sarà una memorabile `jeune mariée’ in Le Loup, sempre di R. Petit. Nel 1951 è comparsa al Maggio musicale fiorentino in creazioni di A. Milloss; nel 1955 è stata protagonista, alla Scala, della Cenerentola di Rodrigues-Prokof’ev. In quegli anni la sua arte è stata valorizzata anche dal cinema, in particolare nel film Ballerina (1949). Invitata ai grandi festival internazionali, étoile nel corso di lunghe tournée con il Festival Ballet di A. Dolin prima, poi con il Ballet Theatre di L. Chase, è passata tra le fila del New York City Ballet (1958-1977), dove ha dato straordinarie prove nei balletti di Balanchine. É stata esemplare interprete anche di coreografie di J. Robbins (Beethoven Pas de deux) esibendosi, fra l’altro, al festival di Spoleto. Dal 1977 al 1990 ha diretto il Ballet dell’Opéra. È stata direttore associato e in seguito direttore del Boston Ballet (1983).

Kolpakova

Irina Aleksandrovna Kolpakova è l’ultima ballerina formata da A. Vaganova all’Istituto coreografico di Leningrado. Nel 1951 entra al Kirov; presto si mette in luce nel repertorio classico interpretando la regina delle Driadi in Don Chisciotte, a cui seguono Schiaccianoci, Cenerentola , La fontana di Bachcisaraj. Le linee pure e limpide rendono la sua danza particolarmente adatta al lavoro dei coreografi riformatori degli anni ’50, che riportano il balletto ai principi del sinfonismo coreografico: è protagonista di Il fiore di pietra (1957) e La leggenda dell’amore (1961) di J. Grigorovic, La riva della speranza (1959) di I. Belskij. Negli anni ’60, con le magistrali e sempre più perfette interpretazioni di La bella addormentata e Raymonda , diventa la massima rappresentante dell’accademismo pietroburghese. Le qualità liriche della sua danza le consentono di affrontare balletti romantici (Giselle, La Sylphide, Pas de quatre) e neoromantici. È interprete dei balletti di O. Vinogradov, N. Kasatkina e V. Vasilev, L. Jakobson e di B. Ejfman, con il quale gira il telefilm-balletto Divertimento brillante . È protagonista di numerosi video, che testimoniano le sue molteplici qualità di danzatrice. Dal 1971 è insegnante al Kirov e dal 1989 all’American Ballet Theatre.

Vyroubova

Nina Vyroubova studia a Parigi con la madre e, in seguito, con Trefilova e Preobrajenska. Esordisce nel 1937 in Coppélia a Caen e, dopo essersi esibita a Londra e a Parigi, nel 1940 danza nel Ballet Russe di Parigi (La forêt de Vienne, Prince Igor). Nel 1944 danza con R. Petit in brani di Giselle e l’anno seguente entra a far parte dei Ballets des Champs-Elysées (fino al 1947) dove interpreta una memorabile Sylphide di Gsovskij. Dal 1949 al ’56 è étoile all’Opéra di Parigi: Blanche-Neige (1951), Fourberies (1952), Cinéma (1953), Les noces fantastiques (1955) sono tra le sue interpretazioni più applaudite di questo periodo. Tra il 1957 e il ’62 è nella compagnia del Marchese de Cuevas; quindi danza come ospite in diversi teatri e compagnie. Insegnante all’Opéra di Parigi, ha anche fondato una scuola.

Charles Lynne

Roberta Charles Lynne ha studiato presso l’Harkness Ballet e il Ballet Theatre; nel 1976 ha ottenuto la medaglia di bronzo al concorso di Varna. Danzatrice dalla tecnica sicura, ha eccelso sia in ruoli classici sia moderni. La sua carriera si è svolta prima negli Usa (anche all’American Ballet), poi soprattutto in Europa. Da segnalare l’attività all’Opera di Amburgo, dove è stata ben valorizzata da J. Neumeier (di rilievo la sua Aurora ne La bella addormentata , 1978).

Pietragalla

Entrata a dieci anni alla Scuola dell’Opéra di Parigi, Marie-Claude Pietragalla sedicenne è stata scritturata nel corpo di ballo del medesimo teatro. Qui ha percorso l’intera carriera, diventando prima ballerina nel 1988 e étoile nel 1990. In precedenza (1984) aveva ottenuto il primo Grand Prix al Concorso internazionale di Parigi. Dotata di grande freschezza, in possesso di un corpo longilineo e molto femminile, ha saputo imporsi come una delle migliori danzatrici della sua generazione. Interprete brillante – ma anche di superbe qualità drammatiche – è riuscita a mettersi in rilievo in ruoli estremi e di grande difficoltà, come nella Giselle di M. Ek. Ha lavorato con molti coreografi e in particolare con C. Carlson (Don’t look back ). Anche Béjart ha messo in luce le sue belle qualità, in particolare con l’intenso duo Juan y Teresa (danzato con G. Roman), basato sui rapporti tra Juan de la Cruz e Teresa d’Ávila. In veste di coreografa ha debuttato con Boramabile (1988). Interessante omaggio alla terra d’origine paterna è Corsica (1996, musica di Petru Guelfucci). Dal 1988 è direttrice del Ballet National de Nancy.

Cazzaniga

Formatasi con M. Besobrasova e alla scuola del Balletto di Amburgo, nel 1988 Laura Cazzaniga entra nell’omonima compagnia, divenendo solista nel 1992. Di luminosa bellezza e lirica personalità, si segnala in creazioni di J. Neumeier (Requiem, 1992; Odyssee, 1996; Vivaldi or What You Will, 1997) e L. Lubovitch (Sinfonia concertante, 1993). Nel 1996 crea il ruolo della fata d’argento nella Bella addormentata di Mats Ek.

Dean

Formata alla High School of Performing Arts, alla School of American Ballet e con Hoving, Sanasardo e Cunningham, Laura Dean danza con Taylor, Sanasardo, Monk e Wilson. I suoi primi lavori sono basati su ripetizioni minimaliste, come Stamping Dance , Square Dance , Jumping Dance , Spinning Dance , tutti del 1971, mentre dalla felice collaborazione con il musicista Steve Reich nasce Drumming (1975). Fonda la Laura Dean Dance Company (New York 1976) per cui crea Song , con i danzatori intenti a vocalizzare in scena, e numerosi brani dal titolo indicativo della sua ispirazione analitica, su partiture scritte da lei stessa: Spiral (1977), Dance (1978), Music (1980). Adattando le punte al suo vocabolario, fatto di giri pulsanti e di intenso lavoro di piedi, coreografa per il Joffrey Ballet Night (1980), Fire (1982), Force Field (1986) ancora su musica di Reich e una delle sezioni di Billboards (1995) su musica di Prince, mentre per il New York City Ballet crea Space (1988), sempre su musica di Reich. Esponente del postmoderno americano, privilegia il lavoro sulla struttura del movimento in uno spazio controllato e definito.

Haydée

Marcia Haydée studia danza classica con V. Veltcek, T. Leskova, S. Egorova e O. Preobrajenska e, dopo una prima apparizione nella compagnia del Teatro Municipal di Rio de Janeiro, nel 1957 entra nel Grand Ballet du Marquis de Cuevas, dove interpreta i primi ruoli solistici in balletti di repertorio (Giselle). Nel 1961 passa allo Stuttgart Ballet, del quale viene nominata prima ballerina (1962); qui stringe un sodalizio artistico di fondamentale importanza con il coreografo John Cranko, che sviluppa il suo straordinario istinto drammatico in balletti divenuti, grazie anche alla sua memorabile interpretazione, classici del nostro tempo: Romeo e Giulietta (1962), Onegin (1965), La bisbetica domata (1969), Carmen (1971), Initialen R.B.M.E. (1972), ai quali si affiancano le prove in creazioni di Kenneth MacMillan (Las Hermanas, 1963; Canto della terra, 1965), Glen Tetley (Voluntaries, 1973), John Neumeier (La dame aux camélias, 1978; Un tram che si chiama desiderio, 1983) e Maurice Béjart (Isadora; Le sedie; Wien, Wien, nur du allein). Dal 1976 al 1996, ancora attiva come ballerina, ha diretto lo Stuttgart Ballet, prodigandosi a mantenere intatto il repertorio di Cranko, ma insieme sviluppando lo stile della compagnia con lavori di H. Van Manen, U. Scholz, W. Forsythe, J. Kylián e con sue creazioni, quali La bella addormentata (1987), la singolare rilettura di Giselle (1989), il discusso The Planets (1991). Dal 1992 al 1994 è stata inoltre responsabile artistico del Balletto di Santiago del Cile. Vera tragédiènne della danza, dotata di una personalità teatrale incisiva e di una emozionante sensibilità interpretativa, è considerata una delle più importanti personalità della scena ballettistica internazionale degli ultimi trent’anni, spesso a fianco di Richard Cragun, con il quale ha formato una partnership memorabile. Ritiratasi ufficialmente dalle scene nel 1996, continua ad apparire come ospite in piccoli ‘camei’ per ruoli di carattere, come la strega Madge in La Sylphide di Peter Schaufuss (Stoccarda 1998).

Ari

Carina Ari ha studiato a Stoccolma e a Copenhagen con Fokine e ha danzato come ballerina principale nei Ballets Suédois dal 1920 al 1925. Autrice di alcuni balletti per l’Opéra-Comique (Valses di Brahms, 1933), ha interpretato la parte principale nel balletto di Serge Lifar Il Cantico dei Cantici (1938). La Fondazione istituita a suo nome è tuttora importante per la promozione e la divulgazione dell’arte della danza in Svezia, grazie alle creazione di borse di studio per giovani danzatori e riconoscimenti alla più importanti personalità del balletto internazionale.

Primus

Pearl Primus studia medicina e antropologia e debutta come danzatrice nel 1941 con il New Dance Group. Nel 1944 crea una compagnia con la quale inizia a realizzare alcune coreografie (African Ceremonial). Attraverso l’approfondito studio delle danze africane e caraibiche avvia una personale ricerca di nuove modalità espressive di movimento. Si trasferisce per diversi anni in Africa dove fonda un centro di danza moderna (in Liberia) e dirige il Centro d’arte per la cultura negra (in Nigeria). Rientrata negli Usa insegna all’Hunter college di New York e si dedica alla creazione di nuovi lavori. Tra le sue coreografie ricordiamo Fanga e The Wedding che sono entrate a far parte del repertorio dell’Alvin Ailey American Dance Theatre. Insieme a C. Dunham la ricerca della Primus ha contribuito alla nascita della Black Dance americana.

Novaro

Allieva della Scala, Luciana Novaro debuttò giovanissima in teatro, di cui divenne prima ballerina nel 1941; due anni dopo era protagonista del Bolero di Milloss-Ravel, rivelando propensioni per la danza di carattere, soprattutto sul versante spagnolo. Fu partner di Antonio Ruiz in Amor brujo e Capriccio spagnolo ; altre sue interpretazioni di rilievo: Daphnis et Chloé di Lifar e Le sacre du printemps di Massine. Tra le creazioni, sempre alla Scala, Vita dell’uomo di Wallmann-Savinio e Mario e il mago di Massine-Visconti-Mannino. Nel 1951, a San Paolo del Brasile, iniziò l’attività di coreografa e nel 1956 creò alla Scala Sebastian di Menotti. Dal 1962 al 1964 fu direttrice del corpo di ballo della Scala, ricoprendo poi lo stesso incarico all’Arena di Verona, ove curò molti divertissements operistici. Ha aperto a Milano una scuola di danza accademica presso il Circolo della stampa.

Lefèvre

Dopo essersi rivelata eccellente danzatrice presso l’Opéra di Parigi al Ballet-Studio di Descombey, Brigitte Lefèvre lascia l’importante istituzione per seguire strade più nuove, aperte alla sperimentazione coreografica. A La Rochelle, con il collega Jacques Garnier, crea alla fine degli anni ’60 il Théâtre du Silence, che per primo propone in Francia lavori di Cunningham e dei suoi allievi postmoderni, ma anche coreografie di autori francesi segnate da un lucido rigore cartesiano. Ne sono espressione balletti come Fiat Lux, Il disent parteciper, La Nuit (tutti di Garnier) e, da lei firmati, Microcosmos (1972) e Instantanément (1977). Successivamente diviene operatrice culturale, prima al fianco di Jack Lang, come delegata alla danza del suo Ministero della cultura, e poi come amministratrice di Palais Garnier. Nel 1996 succede a Dupond come direttrice artistica del Balletto dell’Opéra di Parigi.

Hoyer

Allieva di G. Palucca, Dore Hoyer ha danzato con numerose compagnie e gruppi tedeschi, per dedicarsi a recital solistici dal 1933. Nella duplice veste di solista e direttrice di un suo gruppo si è esibita anche dopo la guerra ( Danze per K&aulm;the Kollwitz , 1945). Maître de ballet dell’Opera di Amburgo dal 1949 al ’51, in seguito ha proseguito l’attività solistica in numerose tournée internazionali, esibendosi insieme al pianista-percussionista Dmitrij Viatovic in danze da lei create ( Bolero ). Morta suicida, è una delle personalità più significative della `Ausdruckstanz’, rappresentata in maniera esemplare dalle sue danze severe e rigorose; si ricorda ancora il ciclo degli Affekte , grazie anche alla ricostruzione di Susanne Linke (1989).

Laguna

Ana Laguna studia danza classica con Maria de Àvila, debuttando con la sua compagnia `Ballets de Barcelona’. Dopo alcuni anni in formazioni classiche spagnole, nel 1975 si trasferisce in Svezia ed entra a far parte del Cullberg Ballet dove interpreta Signorina Giulia e Romeo e Giulietta di B. Cullberg e si impone per il mutevole e intenso talento interpretativo in ruoli appositamente ideati per lei da Mats Ek, come la Servetta in La casa di Bernarda Alba (1978), la Sposa in La sagra della primavera (1985), il Cigno ne Il lago dei cigni (1987), ma soprattutto Giselle (1982), cui conferisce un emozionante e originale ritratto psicologico, sorretto da una tecnica classico-moderna rigorosa, scattante e piena di energia. Dopo il ritiro dalle scene nel 1995 si è dedicata prevalentemente all’attività teatrale, tornando però a interpretare il ruolo di Carmen , che Mats Ek creò per lei nel 1991, nella ripresa allestita dal Balletto dell’Opéra di Lione (1998).

Verdon

Figlia di un elettricista e di una direttrice scolastica, Gwen Verdon dopo gli studi di danza con E. Belcher e alcuni ruoli del tutto marginali sul palcoscenico, ottiene la prima scrittura dagli studi di Hollywood per doppiare il sonoro del tip-tap dei film musicali e per fare la controfigura della protagonista durante le prove dei numeri danzati. Compare come anonima ballerina nei film Divertiamoci stanotte (1951), Aspettami stasera (1951) e La vedova allegra (1952) e come attrice in Davide e Betsabea (1951) e L’avventuriero della Louisiana (1953). L’occasione di mettere in mostra appieno le sue doti le viene offerta a Broadway con il musical Can-Can dove riveste un ruolo di secondo piano (1953). Le è sufficiente un numero (la `danza degli Apaches’) per offuscare la star dello spettacolo ed entrare di prepotenza nella leggenda della 42ª Strada. Nel frattempo, sul set di Baciami, Kate! (1953), conosce B. Fosse che è alle sue prime prove come coreografo e ne diventa la terza moglie. Il marito la dirige in teatro in Damn Yenkees (1955), in New Girl in Town (1957) e in Redhead (1959), ma sono i successi creati dalla coppia con Sweet Charity (1966) e Chicago (1975) ad assegnarle un posto perenne nell’olimpo del musical. È protagonista anche della versione cinematografica di Damn Yenkees nel 1958 e splendida caratterista in Cocoon-Il ritorno (1988). Il matrimonio dura una decina d’anni, ma anche dopo il divorzio il sodalizio artistico tra i due continua. B. Fosse le rende esplicito omaggio nel film autobiografico All That Jazz (1979).

Brito

Allieva di Mirta Pla, Ramona de Saa e Joaquim Banegas alla Scuola nazionale di Ballo di Cuba, nel 1968 Amparo Brito è entrata a far parte del balletto nazionale del suo Paese, diventandone solista e nel 1975 prima ballerina. Perfetto esempio della scuola accademica cubana, ricordata per la sua tecnica cristallina ha danzato tutti i grandi ruoli del repertorio classico primeggiando in quelli virtuosistici (Don Chisciotte).

Rosen

Elsa Marianne von Rose studia danza classica con Vera Alexandrova, Albert Kozlovskij e alla Scuola del balletto reale svedese e, dopo una prima esperienza professionale con i Ballets Russes de Monte-Carlo, nel 1950 fonda il Balletto svedese, con il quale interpreta le creazioni di Birgit Cullberg Signorina Giulia (1950) e Medea (1951). Dal 1951 al 1959 è prima ballerina del Balletto reale svedese, dove danza i maggiori ruoli del repertorio classico; nel 1960-61 è alla testa del Balletto scandinavo, da lei fondato; infine, dal 1962, si dedica alla carriera internazionale, affiancando all’attività di interprete quella di riproduttrice di balletti di August Bournonville, come La sylphide (Ballet Rambert, 1960; Balletto del Malj di Leningrado, 1975), e coreografa: Irene Holm (1960), Helios (1960), Don Juan (1967). Direttrice del balletto di Göteborg dal 1970 al 1976, vi ha creato Romeo e Giulietta (1972) e A Girl Story (1975). Dal 1976 si è dedicata alla carriera di coreografa ospite.

Spessivtseva

Terminato l’Istituto coreografico di Pietroburgo, Ol’ga Aleksandrovna Spessivtseva ha danzato dal 1913 al 1924 con il Teatro Marijnskij (successivamente Teatro d’opera e balletto di Leningrado), dove si è perfezionata alla scuola di A. Joganson. Prima ballerina dal 1918 ha interpretato i principali ruoli del repertorio classico. Danzatrice di grande bellezza, con il suo modo di ballare interiorizzato ha dato alle sue interpretazioni una irripetibile particolarità. La sua danza si è distinta per la precisione lirica delle pose, per la perfezione delle linee; in ogni ruolo ha saputo introdurre una nota dolente, un rimpianto sul trascorrere del tempo e il passare della bellezza. Il suo talento tragico l’ha resa particolarmente adatta al ruolo di Giselle costruito su contrasti e dissonanze espressive che l’hanno allontanata dall’interpretazione in quegli stessi anni della Karsavina o della Pavlova.

Lo stesso spirito tragico e liberty ha saputo introdurre nei ruoli tradizionali del repertorio: BajaderaEsmeralda, La bella addormentata, Il lago dei cigni, La figlia del faraone, Il corsaro, Don Chisciotte (nel ruolo di Amore). Nel 1916 ha preso parte agli spettacoli dei Ballets Russes di Diaghilev Le spectre de la rose dove ha interpretato con Nijinskij e Les Sylphides . Nel 1921 è Aurora nella ricostruzione de La bella addormentata di Diaghilev a Londra. Dal 1924 al 1931 ha danzato all’Opéra di Parigi e ha continuato a collaborare con Diaghilev (La chatte nel 1927). Dal 1932 al 1937 è in tournée con diverse compagnie. Nel 1937 ha incominciato a manifestarsi la malattia che l’ha costretta al ricovero in una clinica fino al 1967, quando si è stabilita nei pressi di New York.

Wilson

Formatasi con Dorothy Colter Edwards, Margaret Craske, Antony Tudor, Edward Caton, Sallie Wilson entra nel Ballet Theatre (1949) e nel Metropolitan Opera Ballet (1950-55) per poi tornare alla prima compagnia, divenuta nel frattempo American Ballet Theatre; qui viene nominata solista (1957) e prima ballerina (1961). Si esibisce in seguito anche con il New York City Ballet, creando il ruolo di Maria Stuarda in Episodes della Graham (1959) e danzando da protagonista in Les noces di Robbins (1965). Depositaria delle coreografie di Tudor, ha riprodotto nel 1994 alla Scala (protagonista Carla Fracci) Pillar of Fire , di cui è stata l’interprete di elezione.

Danilova

Diplomata all’Istituto teatrale di Pietrogrado, dove ha studiato con E. Gerdt, O. Preobraženskaja e A. Vaganova, Aleksandra Dionis’evna Danilova è stata dal 1921 al 1924 ballerina del Teatro d’opera e balletto di Pietrogrado (Kirov) dove ha interpretato parti da solista in Bella addormentata , Notti egiziane , Giselle . Nel 1924 con G. Balanchine ha intrapreso una tournée in Occidente, dalla quale non è più tornata in Urss. Scritturata da Diaghilev, è diventata prima ballerina dei Ballets Russes nel 1927, restando nella compagnia sino al 1929 per poi unirsi nel 1933 ai Ballets Russes del Colonel de Basil. Ha interpretato i balletti di L. Massine ( Sul bel Danubio blu , Gaité Parisienne ). Dal 1938 al 1952 è stata étoile nei Ballets Russes de Monte-Carlo. Ospite di importanti compagnie inglesi (Sadler’ Wells Ballet, English National Ballet), negli anni ’40 e ’50 è la più nota ballerina classica negli Usa, dove è interprete di balletti del repertorio classico, di M. Fokine e di G. Balanchine (Le Bal , Danze concertanti, Night Shadow). Ha abbandonato le scene nel 1957, ha rimontato coreografie del repertorio ottocentesco, è stata insegnante alla School of American Ballet, ha interpretato se stessa in un ruolo cameo nel film Due vite, una svolta , ha scritto un libro di memorie Choura. The Memoirs of Alexandra Danilova (1986). ‘Comédienne’ brillante, elegante e piena di charme, ha dimostrato forza e purezza nei ruoli classici.

Otero

Figlia di madre gitana andalusa e di padre greco – un commerciante morto in un duello con l’amante della moglie – Carolina Otero vive un’infanzia dura, che la porta a fuggire di casa prima di essere segregata in un collegio. Quattordicenne, durante una nuova fuga, si esibisce in uno squallido café chantant di Lisbona iniziando una carriera che entrerà nella leggenda. Interpreta danze spagnole e canzoni popolari che mandano in delirio gli spettatori di sesso maschile nei teatri di varietà d’Europa e d’America. Dotata di discrete doti vocali e di un conturbante sex-appeal è dapprima chanteuse leggera, quindi anche cantante lirica in Carmen , Cavalleria rusticana e Tosca. Le sue scandalose vicende biografiche e artistiche riempiono le cronache della Belle Epoque come un romanzo: è nel mito il suo duello a petto scoperto con l’attrice inglese Valton, che finisce ferita al seno. Ammiratissima e ricercatissima, porta ininterrottamente in giro per il mondo i suoi spettacoli, incantando col suo fascino plebei e nobili. Le vengono attribuiti per amanti Guglielmo II di Prussia, Edoardo De Filippo VII d’Inghilterra, Nicola II di Russia, Nicola I di Montenegro, D’Annunzio e il finanziere Vanderbilt. Accumula immense fortune che sperpera ai tavoli da gioco, e solo grazie a un vitalizio ereditato da uno spasimante può vivere gli anni della vecchiaia in condizioni decorose. Poco è storicamente decifrabile tra i veri eventi della sua vita e l’alone di leggenda che aleggia intorno alla sua figura, ma il suo fulgore nel café chantant è assoluto. È la regina incontrastata dei più importanti teatri a cavallo del secolo a Parigi, Vienna, Berlino, Mosca, Pietroburgo, New York; in Italia è per due volte, nel 1896 e nel 1901, al Salone Margherita di Roma e all’Eden di Milano. Seguendo la sua lezione, sciantose e soubrette del nostro palcoscenico imparano ad attribuirsi nomi esotici, lignaggi misteriosi e stragi di amanti di sangue blu.

Cantalupo

Diplomata alla scuola di ballo della Scala, vincitrice della medaglia d’oro al Prix de Lausanne (1977) e medaglia di bronzo al concorso internazionale di Jackson con D. Bombana (1979), dopo un breve periodo nel corpo di ballo scaligero Paola Cantalupo danza con il Ballet du XXème siècle di Béjart (1980), con il Balletto d’Amburgo (1980-83) e con la compagnia nazionale di Lisbona (1984-88), della quale è prima ballerina e interprete di tutto il repertorio classico. Dal 1990 passa come étoile ai Ballets de Monte-Carlo, con cui appare in titoli storici ( L’uccello di fuoco ) e in numerose creazioni ( Jeunehomme di Uwe Scholz).

Cava

Adriana Cava studia danza classica e moderna con Susanna Egri e in seguito si specializza in danza modernjazz con Luigi e Matt Mattox. Nel 1981 fonda a Torino il Centro di studi danza jazz e la compagnia professionale Jazz Ballet, con la quale propone sue coreografie, basate sulle più recenti espressioni della musica jazz, in numerose rassegne nazionali.

Armitage

Dopo gli studi con Tatiana Dokudovska e alla North Carolina School of Arts, Carole Armitage si trasferisce in Europa, dove danza il repertorio balanchiniano nel Ballet de Genève (1972-1974), sotto la direzione di Patricia Neary. Di ritorno negli Usa, entra nella compagnia di Cunningham (1976-1981), che ne valorizza le qualità estetiche e formali interpretando con lei un duetto in Squaregame (1976) e mettendola al centro di Channels/Inserts (1981), uno dei suoi capolavori. La tecnica limpidamente padroneggiata, la carica energetica, il temperamento ribelle ne fanno un’interprete radicalmente innovativa, di inedito impatto scenico. Inizia intanto la sua attività di coreografa (Fractions , 1978) e si impone poi all’attenzione generale con Drastic Classicism (1981), sulla musica rock di Rhys Chatham a tutto volume, facendo parlare per la prima volta di ‘balletto punk’. In Watteau Duet (1985), un’altra delle sue coreografie esemplari, alterna le scarpe da punta con i tacchi a stiletto e utilizza il vocabolario accademico estremizzandolo nelle linee e nella velocità. Questo suo approccio al classico le porta molti consensi in Francia, dove crea Slaughter per il Gruppo di Ricerca dell’Opéra di Parigi nel 1982 e The Tarnished Angels per l’intera compagnia nel 1987, e le frutta una commissione da parte dell’American Ballet Theatre, per cui coreografa The Mollino Room (1986), ispirato all’architetto italiano Carlo Mollino, interprete Mikhail Barishnikov. Comincia, in questo periodo, la sua collaborazione con due importanti artisti neofigurativi statunitensi, David Salle e Jeff Koons, che disegnano scene e oggetti per i suoi titoli neo-pop come Go-Go Ballerina (1988). Dopo lo scioglimento del proprio gruppo, coreografa Strictly Genteel (1989) su musica di Frank Zappa per il Lyon Opéra Ballet e I had a Dream (1993) per i Ballets de Monte-Carlo. Nel 1995 viene chiamata a dirigere il corpo di ballo del Teatro Comunale di Firenze, per cui firma Il viaggio di Sheherazade (1995), The Predator’s Ball (1996), Apollo e Dafne di H&aulm;endel con scene di James Ivory e Weather of Reality (1997), Pinocchio (1998). Al termine di un periodo contrastato, per le accoglienze alterne riservate ai suoi lavori, sempre in bilico tra manierismo post-neoclassico e scandalo, nel 1998 lascia la guida della compagnia toscana.

Makarova

Natalia Romanovna Makarova compì gli studi di danza alla Scuola coreografica di Leningrado diplomandosi nel 1959. Entrava subito a far parte dei Balletti del Kirov diventandone una delle più prestigiose rappresentanti sia dal punto di vista tecnico che per la personalità. In questa compagnia fu in tournée in Italia (in particolare all’Arena di Verona) nel 1966 in uno dei ruoli delle Fate di La bella addormentata nel bosco di Cajcovskij-Petipa. Nel 1972, ancora con il Kirov, la M. in tournée a Londra, decise di restare in Occidente e di seguire la carriera di freelance . In questa veste era frequentemente ospite sia dell’American Ballet Theatre come del Royal Ballet di Londra, a partire dal 1972. In quegli anni la M. si distingueva soprattutto in Giselle (nel 1973 al Teatro dell’Opera di Roma ed anche alla Scala) e ne Il lago dei cigni nel ruolo di Odette-Odile, fra le più sorprendenti sotto il profilo interpretativo ed anche tecnico per la prodigiosa estensione del busto e la disarticolazione delle braccia. Nel 1972 dava vita alla Scala di Milano, con la coreografia di John Teras, scene e costumi di Marino Marini, ad una nuova versione di La sacre du printemps di Stravinskij. Nel 1974 presentava con l’American Ballet Theatre una versione della La Bayadère di Minkus-Petipa e nel 1980 una integrale che rimontava poi alla Scala nel 1933, interpreti: Alessandra Ferri e Julio Bocca. Nel 1965, al Concorso di Varna (Bulgaria) era insignita della Medaglia d’oro. Ha scritto A Sance Autobiography (New York, 1979). Esistono numerosi video in balletti del repertorio e non, oltre che `gala’ e un programma monografico intitolato “Natalia”.

Parrilla

Formatasi alla Scuola di ballo del Teatro dell’Opera, Margherita Parrilla entra a far parte della sua compagnia diventandone prima ballerina nel 1978. Qui danza i classici del repertorio (Giselle , che presenta anche al Bol’šoj di Mosca) e numerosi ruoli del Novecento storico, tra i quali spicca la ragazza in Il mandarino meraviglioso di A. Milloss (1979). Parallelamente alla sua attività nel teatro romano, fonda con l’attore Francesco Capitanio la compagnia Teatro D2, con la quale esprime il suo forte temperamento drammatico adoperandosi nella realizzazione di balletti narrativi basati su progetti drammaturgici affidati ad autori teatrali (Traviata, une aventure dans le mal su libretto di Giuseppe Manfridi e Francesco Capitanio, coreografia di Evgenij Polyakov e Mario Piazza, 1988). Ritiratasi dalle scene nel 1993, dal 1996 dirige l’Accademia nazionale di danza a Roma.

Bosch

Dopo essersi formata con Alicia e Fernando Alonso, Aurora Bosch debutta nel San Francisco Ballet per poi entrare nel 1959 nel Balletto nazionale di Cuba, del quale diventa solista nel 1962 e prima ballerina nel 1967. Di smagliante tecnica accademica e di levigata bellezza danza tutti i ruoli del repertorio classico, imponendosi all’attenzione internazionale grazie a numerosi premi vinti in prestigiosi concorsi (Medaglia d’oro a Varna 1966; premio della Critica Parigi 1966). Ritiratasi dalle scene nel 1980 ha assunto il ruolo di maître de ballet della compagnia cubana.

Gallizia

Allieva di Raffaele Grassi, Enrico Cecchetti e Nicola Guerra all’Accademia della Scala, Bianca Gallizia ha debuttato come prima ballerina al San Carlo di Napoli nel 1923, spostandosi poi, sempre col medesimo incarico, in molti teatri italiani come il Carlo Felice di Genova, la Fenice di Venezia, il Massimo di Palermo, il Comunale di Bologna, l’Arena di Verona. È stata inoltre ospite dell’Opera di Vienna, a Parigi, al Cairo, ad Atene, a Malta e in altri teatri europei. Nel 1933 ha partecipato alla prima edizione del Maggio musicale fiorentino nell’allestimento del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare diretto a Boboli da Max Reinhardt. Tra i suoi importanti partner figura anche Aurelio Milloss al suo debutto italiano anche come coreografo, nel 1936, al San Carlo di Napoli in Aeneas di Roussel. Tornata alla Scala nel 1931-32, ha danzato in Rondò veneziano di Pizzetti, e in Vecchia Milano di Vittadini. Nello stesso teatro opererà anche come coreografa, a partire dal 1941, allestendo La giara di Casella e Il carillon magico di Pick Mangiagalli. Ma ha anche coreografato, in molti teatri europei, un centinaio di balletti e di divertissement operistici. Nel 1944 ha ricevuto l’incarico di ricostituire il Corpo di ballo del San Carlo di Napoli e nel 1950 di ripristinarne la scuola che, fondata nel 1812, è la più antica d’Italia. Ritiratasi nel 1974, Gallizia si è prodigata con entusiasmo e coraggio per il rilancio del balletto in Italia.

Boven

Formatasi con Jean Brabants, Viktor Govsky e Asaf Messerer, Arlette van Boven entra nel Balletto Reale delle Fiandre nel 1960, per passare al Ballet du XXème siècle (dal 1961 al 1965), al Ballet for All (dal 1965 al 1967) e al Western Ballet Theatre (dal 1967 al 1969). Infine si unisce al Netherlands Dans Theater dove danza dal 1969 al 1981, partecipando a creazioni di H. Van Manen, J. Kylián, Glen Tetley. Dal 1982 al 1990 ha diretto la compagnia giovanile del Nederlands Dans Theater, il Nederlands Dans Theater 2. Dal 1994 è invece responsabile artistico del Nederlands Dans Theater 3, il piccolo gruppo che raccoglie quattro danzatori di età matura.