Gramsci

Antonio Gramsci inizia la sua collaborazione alla “Guida del Popolo” e all'”Avanti” nel 1915 attraverso articoli culturali e note politiche. Le sue Critiche teatrali torinesi (poi raccolte in volume) cominciano a essere pubblicate il 13 gennaio 1916 sull’edizione piemontese dell’Avanti e si interrompono il 16 dicembre 1920 alla vigilia dell’uscita dell’Ordine Nuovo; esse costituiscono un esauriente panorama critico della vita teatrale, non soltanto torinese, ma in buona parte italiana. Nei suoi articoli Antonio Gramsci denuncia la situazione dei maggiori teatri italiani del tempo, quelli di Torino, Milano, Genova, Bologna, Roma che venivano controllati solamente da due o tre potenti organizzatori che successivamente si sarebbero potuti unire in trust. Sempre all’interno degli articoli di critica teatrale Antonio Gramsci continua la sua violenta polemica antiborghese: egli sottolinea come sia necessario che in quegli anni anche il proletariato, gli strati popolari più maturi, partecipino alle opere teatrali andando a formare quello che lui chiama il «pubblico nuovo»: il teatro per Antonio Gramsci può essere un importante strumento di scuola sociale. Di pregevole interesse sono i suoi articoli sull’opera di Pirandello. Questa iniziale esperienza di critico teatrale influenza anche gli scritti successivi, e riemerge nello scritto Quaderni del carcere.