Buero Vallejo

Studente di belle arti, Antonio Buero Vallejo partecipò alla guerra civile nelle file repubblicane e fu incarcerato al termine del conflitto. In carcere maturò la sua vocazione teatrale che, sostenuta dal successo della sua prima opera, Storia di una scala (Historia de una escalera), 1949, lo fece diventare il drammaturgo di maggior prestigio dell’epoca franchista. Autore di un teatro serio, in cui al realismo di fondo si intrecciano tratti del simbolismo – ricorrente ad esempio la cecità fisica come simbolo della cecità intellettuale – Buero fu l’unico drammaturgo non allineato con il regime a riuscire a mandare in scena regolarmente i suoi testi, accolti favorevolmente sia dalla critica che dal pubblico. Alterna drammi contemporanei con ricostruzioni storiche che gli permettono di riflettere anche sul presente eludendo la censura. Sono questi ultimi forse i suoi testi migliori, da Un sognatore per un popolo (Un soñador para un pueblo) 1958, a Las meninas (titolo del quadro di Velázquez, che è il protagonista del dramma), 1960; da Il concerto di Sant’Ovidio (El concierto de San Ovidio), 1962, a Il sonno della ragione (El sueño de la razón) 1970, incentrato su un indomito Goya, benché già anziano e completamente sordo. Dopo la fine del regime, rallenta la sua produzione, mantenendosi fedele a una visione critica nei confronti della realtà.