Villella

Formato presso la School of American Ballet e la High School of Performing Arts, Edward Villella entra al New York City Ballet (1957) dove diventa solista e poi primo ballerino. Danza ruoli principali in Electronics , A Midsummer Night’s Dream, Bugaku , Tarantella , Harlequinade , Brahms-Schoenberg Quartet , Jewels, Suite n. 3 , Prodigal Son di Balanchine, in Dances at a Gathering, Watermill di Robbins e in Pulcinella di Balanchine-Robbins. Unico ballerino americano invitato al Royal Danish Ballet e al Bol’šoj di Mosca, è fondatore (1986) e direttore del Miami City Ballet. Protagonista del film Man Who Dances (1968), è il più brillante danzatore balanchiniano della sua generazione.

Bennett

Michael Bennett è noto soprattutto per essere stato l’autore-ispiratore e coreografo di A Chorus Line , seimilacentotrentasei repliche e, al momento della chiusura, il maggior numero di repliche di uno spettacolo a Broadway. Michael Bennett aveva studiato danza e coreografia, quando tentò la sua strada debuttando nella compagnia di giro di West Side Story , Usa e Europa, nel 1959-60. È nel gruppo dei ballerini per Subways Are For Sleeping (1961), Here’s Love (1963) e Bajour (1964). Debutta come coreografo nel 1966 con il disastroso A Joyful Noise (dodici repliche) e prosegue con un altro insuccesso nel 1967 Henry, Sweet Henry. Finalmente, nel 1968, arriva il successo: Promises, Promises di Burt Bacharach su libretto di Neil Simon (milleduecentottantuno repliche a Broadway, più cinquecentosessanta a Londra). Seguono: sempre nel 1969, Coco, unico musical interpretato da Katharine Hepburn; Company di Stephen Sondheim nel ’70; sempre di Sondheim Folies , nel ’71 (e qui collabora anche alla regia); nel 1973 Seesaw , di cui è anche autore del libretto, naturalmente coreografo e anche regista: raggiunge così il controllo totale su uno show. Ma non basta. Michael Bennett coltiva da tempo l’idea di Chorus Line : l’articolo fu premesso più in là perché lo spettacolo fosse il primo nell’elenco dei teatri che, a New York, vanno per titolo in ordine alfabetico. Dunque Bennett riunì un gruppo di ballerini di fila e li fece parlare, per varie serate in una specie di confessione generale. Il materiale registrato che ne risultò fu messo in ordine da James Kirkwood a Nicholas Dante, Edward Kleban scrisse le parole delle canzoni e Marvin Hamlisch le musiche. Regia e coreografia di Michael Bennett, che rimase proprietario dell’idea e dei diritti risultanti. A Chorus Line, va in scena il 25 maggio del ’75 (chiuderà il 27 aprile del ’90) e come ognuno sa, fu un colossale successo e continua ad esserlo in tutti i paesi del mondo in cui è stato prodotto. Quanto a Michael Bennett, mette in scena lo sfortunato Ballroom : solo centosedici repliche dal 4 dicembre 1978 al 24 marzo 1979, protagonisti Vincent Gardenia e Dorothy Loudon. È dal 1981 il suo ultimo spettacolo, quel Dreamgirls che va in scena il 20 dicembre a New York, Imperial Theatre, per restarci quattro anni e millecinquecentoventidue repliche, consacrando la giovane attrice-cantante Jennifer Holliday. Dopo un lungo tour nella provincia americana, Dreamgirls tornerà a Broadway per un periodo di cinque mesi e chiuderà più o meno al momento della morte del suo ispiratore, nell’estate del 1987.

Sellars

Peter Sellars è unanimamente riconosciuto come uno dei maggiori registi contemporanei. Giunto al successo molto giovane, anche grazie alle sue scelte decisamente anticonformiste e iconoclaste, Sellars è fautore di uno stile registico radicale, innovativo e al tempo stesso estremamente rigoroso. Particolarmente attento ai nuovi linguaggi, ai conflitti e alle contraddizioni della contemporaneità, Sellars ha affrontato testi e opere classiche e nuove creazioni, lavorando nella prosa, nell’opera lirica, nel cinema e nel video. Laureato ad Harvard, Sellars ha approfondito la propria formazione in Cina, Giappone e India, ha diretto la Boston Shakespeare Company e, nel 1983, è nominato direttore dell’American National Theatre di Washington.

Sul finire degli anni ’80, Sellars si segnala grazie a lavori come Nixon in China (1987), spettacolo con musiche di John Adams e coreografie di Mark Morris, o come la trilogia di Mozart-Da Ponte: nel 1989, con la direzione musicale di Craig Smith, suo costante collaboratore, Sellars scandalizza e colpisce il pubblico ambientando Don Giovanni tra i neri del Bronx; Le nozze di Figaro in un convulso grattacielo di New York e Così fan tutte in una specie di postribolo. Le opere, divertenti e coinvolgenti, sono ospitate dai maggiori festival internazionali, come Salisburgo e Glyndebourne.

 

Sellars ha diretto, tra l’altro, Giulio Cesare in Egitto da G. F. Haendel (1990), La morte di Klinghoffer spettacolo tratto dalla cronaca del sequestro dell’Achille Lauro, San Francesco d’Assisi di Olivier Messiaen (1992, direzione musicale di Esa-Pekka Salonen), I Persiani di Eschilo, in una lettura che richiamava, senza esitazioni, la situazione della Guerra del Golfo. Nel cinema, oltre ad aver lavorato con J.L. Godard, Sellars ha diretto, nel 1993, The cabinet of dr. Ramirez, film muto ispirato a Il gabinetto del dottor Calligari, con John Cusack, Peter Gallagher e Michail Barišnikov. Sempre fedele alla sua immagine giovanile e irriverente da punk, Sellars è professore ospite alla Ucla e dirige il festival di Los Angeles, appuntamento interculturale e interdisciplinare di altissimo livello.