Nicolaj

La feconda produzione teatrale di Aldo Nicolaj si caratterizza per l’aver messo in luce i costumi e le abitudini della società borghese. I suoi personaggi sono spesso degli sconfitti, vittime del destino, uomini soli di fronte a se stessi e al mondo, emarginati dalla vita. Dunque, una sorta di pessimismo lega insieme i tipi e le situazioni dei suoi lavori. N., nella sua produzione, ha toccato diversi stili, passando dal simbolismo al neorealismo, dal surrealismo fino al teatro della crudeltà e a quello dell’assurdo, comunque sempre attento fin nei minimi particolari alla costruzione del dialogo. Ambasciatore del teatro italiano all’estero, ha fatto conoscere persino in Guatemala, dove è stato direttore dell’Istituto di cultura italiana, i caratteri della nostra scena. Alcuni titoli di una produzione che colloca N. nei grandi filoni della scrittura drammatica europea: Il figliol prodigo (1947), Teresina (1954), Il soldato Piccicò (1955), La stagione delle albicocche (1959), Gli asini magri (1961), Il mondo d’acqua (1963), Farfalla, farfalla… (1967), Il cordone ombelicale (1970), Classe di ferro (1974), L’onda verde (1977), oltre ai monologhi scritti fin dal 1957 per Paola Borboni alla quale deve parte del suo successo.