Saltarini

Terza signora Ranucci (il vero cognome di Rascel), dopo Tina De Mola e Huguette Cartier, Giuditta Saltarini esordisce come attrice di prosa in Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, regista Paolo Giuranna, protagonista Tino Carraro. Poi passa alla Compagnia dei Quattro del regista Franco Enriquez, dello scenografo Emanuele Luzzati e degli attori Valeria Moriconi e Glauco Mauri, partecipando, in tre stagioni, a vari allestimenti: Le Fenici di Euripide, La dame de Chez Maxim’s di Feydeau, Le mosche di Sartre e I giusti di Camus. Incontra Renato Rascel, che le affida un ruolo nella serie televisiva I racconti di padre Brown. Quindi, dopo un anno di studio (canto e danza), esordio accanto a Rascel nella commedia musicale Alleluja brava gente di Garinei e Giovannini, in scena nel 1970 al Sistina di Roma e replicata per due anni. Nel cast, Gigi Proietti (che sostituì Domenico Modugno, un forfait a pochi giorni dal debutto), Mariangela Melato (la prostituta Belcore), Gerry Bruno (ex componente del quintetto dei Brutos) nel ruolo del ‘medicino’, Elio Pandolfi stralunato `archiepiscopo’, Enzo Garinei spassoso tombarolo. La Saltarini era la vergine Peronella. Ci fu un ritorno alla rivista tradizionale con In bocca all’Ufo, definita dall’autore Dino Verde «favola musicale italo-galattica con lustrini e varietà»: Rascel comico, la Saltarini soubrette, Anna Campori caratterista e Antonio Buonomo cantante e attor giovane; musica di Rascel e Detto Mariano, regia di Gian Carlo Nicotra. Si è ritirata dalle scene dopo la scomparsa del marito (1991).