Polacci

Alfredo Polacci ha scritto copioni per l’avanspettacolo e per la rivista, testi per caroselli; fu attore con Petrolini (prima scrittura nel 1926, ruolo `generico utilité’, paga venticinque lire al giorno), pianista jazz su navi da crociera, scrittore (oltre a testi sul varietà, tra cui Il teatro di rivista: tutto quello che gli altri non sanno ; un romanzo, Gli occhi del buio , edito nel 1917). L’ultimo successo fu Risata in salotto , stagione 1976-77, con C. Dapporto e R. Pavone. Per Dapporto scrisse anche le scenette per il dentifricio Durban’s, Diario di un viveur . Autore di quaranta riviste, inventò per R. Rascel il personaggio del `Corazziere’ per Rascel scrisse Ma non è successo niente , 1949, con M. Landi e K. Urbani; l’anno successivo, Il cielo è tornato sereno , con T. De Mola Successi importanti: Com’era verde la nostra valle (1946-47), per N. Taranto, e Forse che Sud forse che Nord (stagione 1950-51) con F. Sportelli, B. Maggio e la comica toscana P. Renzi. Sua l’idea di mettere insieme due comici complementari, R. Billi e M. Riva, in Settecolli , con il famoso sketch Riva-Rossellini e Billi-Anna Magnani (1947-48), e Centocittà . Affrontò il genere rivista-cabaret nella stagione 1955-56 con Scale ; nel cast, G. Durano, P. Renzi, L. Gazzolo (la voce del vecchietto del West) e F. May. A Parigi incontrò Maurice Chevalier, scrisse per lui alcune canzoni e il divo francese gli regalò, come ricordo, il suo baule personale, che per i teatranti è un surrogato di casa viaggiante. Musicista oltre che paroliere, per T. De Mola, in Il cielo è tornato sereno , scrisse “Veleno”, canzone famosa, con versi che l’autore spiega: «Veleno, se mi baci ti do il mio veleno – o una rosa scarlatta sul seno…». Che c’entra la rosa scarlatta? «È una pugnalata. Nella rivista, la De Mola impersonava Lucrezia Borgia, che non si limitava ad avvelenare le pietanze». È tornato alla ribalta, nel 1993, con Tangentopoli: ammiratore del giudice Di Pietro, protagonista dell’inchiesta sulla corruzione, scrive in versi un commento ironico sullo scandalo: «La tangente? È potenza divina / di metallo / sonante è sottile manfrina / che arricchisce all’istante» E poi: «È arrivato Di Pietro / che sotto tiro tiene / qual giusto giustiziere / e a romper ora viene / le uova nel paniere!».