Perlini

Figlio di girovaghi proprietari di giostre, immagini e oggetti dell’infanzia provinciale ricorreranno spesso negli allestimenti che vedono Amelio Perlini tra i protagonisti dell’avanguardia teatrale romana degli anni ’70. Studia all’Accademia di belle arti a Roma, è illustratore e disegnatore prima di collaborare come scenografo con il Teatro dei Folli di Nino de Tollis (1969-70). Lavora con il regista Giancarlo Nanni alla Fede, come costumista e attore (Imperatore della Cina, A come Alice, Risveglio di primavera ). Nel 1973, dal sodalizio artistico con il pittore e scenografo Antonello Aglioti e il musicista Alain Curran nasce il Teatro La Maschera e avviene il debutto alla regia con Pirandello chi? al Beat 72 di Roma. Seguono Tarzan e Candore giallo (con suono di mare) (1974), nel 1975 Otello perché? (in romagnolo, con Desdemona ottantenne e Jago bambino) e Paesaggio n.5 (che inferocisce gli spettatori per la dissacrante rappresentazione di nozze piccolo borghesi).

Onirici, frenetici e a frammenti come cartoni animati, visuali piuttosto che fisici dentro un paesaggio teatrale in continua metamorfosi, gli spettacoli di P. provocano e irritano, oscillando tra surrealismo personale e sensibilità nevrotica di volta in volta ancorata a un immaginario popolare decontestualizzato. Così nel 1976: Locus solus da R.Roussel , La partenza dell’argonauta da A.Savinio, Tradimenti-azioni e Tradimenti n.2 (entrambi di Aglioti e P.); nel 1978: Risveglio di primavera da F. Wedekind; nel 1979: La cavalcata sul lago di Costanza di P. Handke (per il Teatro La Piramide). Degli anni ’80 è la messa in scena di alcuni classici: Gli uccelli di Aristofane (con Nuova scena di Napoli e la musica degli Area, 1980), Il mercante di Venezia di Shakespeare con Paolo Stoppa e John Gabriel Borkman di Ibsen, entrambi del 1981. Nel 1981 si cimenta anche con un’opera verista, Cavalleria rusticana di Mascagni, per la televisione. Nello stesso anno, a Lille, allestisce Eliogabalo di Artaud. Nel 1982 e nel 1984 inscena due testi suoi: Intorno a Garibaldi , all’aperto sul Lungotevere da Ponte Sisto a Ponte Sublicio, e Cartoline italiane , al Teatro La Piramide.

Nello stesso teatro, sempre nel 1984, allestisce Molly Bloom, il monologo dall’ Ulysse di J. Joyce. Le sue sperimentazioni-provocazioni continuano: in piazza della Rocca, a Todi, Storia di un Soldato, di Ramuz-Strawinski (1984); al Fabbricone di Prato, Picasso , su testi di Moravia, Bataille, Picabia e Picasso (1984); per il Teatrorizzonti, alla stazione ferroviaria di Urbino, L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello (1987); in piazza Grande a Arezzo, All’uscita di Pirandello (1987); al Teatro La Piramide di Roma, Storie di ordinaria follia da un testo di C. Bukowski (1988) e al festival di Spoleto, Skadalon, viva Fausto Coppi di R. Kaliski (1989); Ifigenia in Aulide, di Euripide, all’Olimpico di Vicenza (1990); Apparenze d’apparenze, al teatro Colosseo a Roma (1991); Medea di Seneca, a Paestum (1992); La lupa di Verga a Agrigento (1992); Onore? di R. Gellert a Roma (1994). Va ricordata infine la sua attività cinematografica, interessante anche se scarsa: Cartoline italiane , nel 1987, da un suo testo; e Ferdinando, uomo d’onore , nel 1990, dalla commedia di A. Ruccello, film di cui si ammira piuttosto l’interpretazione sua e della Di Benedetto che non il risultato registico.