Otto

Teo Otto esordisce a Kassel con le scene della Vasantena di Feuchtwanger (1924). Trasferitosi a Berlino nel 1927, lavora con Fehling, Muthel, Lindemann e altri registi d’avanguardia; in Svizzera dal 1933, diviene scenografo stabile allo Schauspielhaus di Zurigo: tra i suoi più importanti allestimenti, Riccardo III di Shakespeare (1933), Peer Gynt di Ibsen (1935), Pigmalione di Shaw (1936), Edipo re di Sofocle (1938), La morte di Danton di Büchner (1939). Il suo stile sintetico e allusivo si adatta in particolar modo alle opere di Wilder (Piccola città , Zurigo 1938; La famiglia Antropus , Zurigo 1943), risolte attraverso scene semivuote e come smaterializzate; di Dürrenmatt ( Un angelo scende a Babilonia , 1953; La visita della vecchia signora , 1956; Gli Anabattisti , 1967), dove frammenti decorativi rappresentano l’intero ambiente; di Brecht (Madre Coraggio e i suoi figli , 1940; L’anima buona di Sezuan , 1942; Il signor Puntila e il suo servo Matti , 1947; L’opera da tre soldi per la regia di Strehler, Milano, Piccolo Teatro 1956), interpretato con spazi simbolici e radi elementi costruttivi.