Opera cinese

Opera cinese (Xiqu o semplicemente xi: letteralmente `gioco, dramma, rappresentazione, divertimento’) è il termine che l’Occidente ha tradotto convenzionalmente con `opera’, con il quale ci si riferisce al teatro tradizionale cinese. L’uso del termine opera, in riferimento al teatro cinese, non indica una forma analoga al nostro melodramma, bensì un genere articolato composto da diversi modelli e stili regionali. Spettacolo nato attorno al XII secolo, in parte parlato ma soprattutto cantato, è fondato sulla musica, ma di essenziale importanza è l’aspetto coreografico, con personaggi archetipici divisi in ruoli fissi, che utilizzano specifiche tecniche del corpo, del gesto e della voce, nonché costumi e trucchi caratteristici e costitutivi. L’importanza dell’elemento musicale deriva dalla lingua stessa, poiché in cinese l’altezza (intonazione) a cui una sillaba viene pronunciata è un carattere distintivo; ossia, parole per ogni altro aspetto identiche si distinguono per l’intonazione. Dato che una frase o un verso possiedono di per sé un profilo melodico, oltreché metrico, il testo stesso genera modelli ritmici e melodici, diventati presto stereotipi e costitutivi per il teatro cinese.

Le considerevoli varianti di intonazione nei diversi dialetti sono basilari anche nella diversificazione degli stili teatrali regionali; attualmente quelli ancora praticati sono circa trecentocinquanta. A partire dal X secolo si possono distinguere due stili principali: al sud il più popolare nanxi (letteralmente `teatro meridionale’), dove già sono riconoscibili, fra le altre, le quattro principali figure tipologiche del teatro cinese sheng (personaggio maschile), dan (femminile), jing (faccia dipinta) e chou (buffone); e al nord lo zaju (letteralmente `teatro vario o variato’), sviluppatosi dapprima sotto la dinastia Song, fra il X e il XII secolo, e che ebbe la massima fioritura sotto la dinastia Yuan, nel XIII secolo. Una nuova stagione aurea si ha a partire dal XVI secolo, sotto la dinastia Ming, principalmente ad opera dell’attore e musicista Wei Liangfu, che unifica e adatta vari stili musicali preesistenti – originari principalmente dalla Cina meridionale – a una nuova forma, il kunqu (le melodie del Kun-shan, la zona a ovest dell’attuale Shanghai), estremamente raffinata, caratterizzata musicalmente da melodie lente e melismatiche, da un linguaggio elegante e stilizzato e da una certa lentezza anche della gestualità e dell’azione scenica. Mentre il kunqu è un teatro aristocratico, affidato a compagnie spesso private (perlopiù maschili, talora solo femminili, mai miste), una larga varietà di stili popolari si sviluppa durante le dinastie Ming (XIV-XVII secolo) e Quing (XVII-XX secolo), dei quali il principale è tuttora l’Opera di Pechino.