Nikolais

Dopo gli inizi come pianista accompagnatore per il cinema muto e come marionettista, Alwin Nikolais ha studiato con Hanya Holm al Bennington College, con Martha Graham, Doris Humphrey, Charles Weidman e Louis Horst, passando ben presto alla coreografia con Eight Column Line (1939). Dopo il servizio militare, è diventato assistente della Holm, apprezzandone particolarmente il lavoro sull’improvvisazione, e poi direttore della Henry Street Playhouse di New York (1948-1970), un centro sperimentale di teatro per ragazzi, in cui sono nati la sua scuola, la sua compagnia (Nikolais Dance Theatre) e i suoi progetti per un teatro di danza totale, come sintesi di immagini, suoni, colori, luci, movimento. Tra le sue prime coreografie, le più note, anche in Europa, sono Tensile Involvement (1953), in cui i ballerini manipolano, con effetto di ali, lunghi elastici attaccati alle braccia e ai piedi, Masks, Props and Mobiles (1953), Kaleidoscope (1956), Totem (1959), Imago (1963), con costumi che consentono ai danzatori di assumere le forme più varie e sorprendenti. Sono seguiti Tent (1968), Scenario (1971), Grotto (1973), Gallery e Castings (1978), Liturgies (1983), tutti lavori antinarrativi e antinaturalistici. Dopo il clamoroso debutto in Francia nel 1968, ha creato Schema (1980) e Arc-en-Ciel (1987) per l’Opéra di Parigi ed è stato direttore del Centre de danse contemporaine di Angers (1978-1981), dove ha influenzato molti degli interpreti e autori della nouvelle danse francese. In Italia si è esibito con il suo gruppo al Festival di Spoleto (1962), ai festival di Nervi, di Vignale e di Rovereto (1989). Teorico della `motion’ di contro all’`emotion’, i suoi spettacoli, quasi sempre con musica elettronica (è stato tra i pionieri del sintetizzatore Moog), si presentano come opere d’arte dinamica astratta e metamorfica, con i corpi dei danzatori spersonalizzati in costumi deformanti e bizzarri su cui proiettare diapositive da lui stesso dipinte, con sapienti effetti illusionistici. Per la sua trascendance ha teorizzato uno spazio-tempo multidimensionale, in cui l’uomo ritrova la sua armonia con l’universo, uscendo dalla propria soggettività e dal proprio psicologismo limitanti, per costruire un teatro totale e multimediale. Uno dei suoi danzatori di maggiore spicco, Murray Louis, forma nel 1969 la propria compagnia, continuando a condividere gli spazi di lavoro e di prova con il maestro, che spesso coinvolge nelle sue creazioni come disegnatore delle luci. La loro felice collaborazione durerà fino alla morte di N., unendo forze, mezzi e danzatori.