Nijinska

Figlia dei ballerini Eleonora Bereda e Foma Nijinskij, Bronislava Nijinska nacque come il celebre fratello, Vaslav Nijinskij, durante una tournée dei genitori. Allieva della Scuola imperiale a Pietroburgo, dove si diplomò nel 1908, studiò anche con Enrico Cecchetti; interprete versatile ed espressiva, tecnicamente non meno strabiliante e forte del fratello, suscitò l’interesse di Michail Fokine che per lei creò i ruoli principali di Papillon in Carnaval (1910) e della danzatrice di strada in Petruska (1911), durante le prime stagioni parigine dei Ballets Russes. Alla compagnia di Diaghilev si era unita nel 1909, senza tuttavia abbandonare le file del teatro Marijinskij fino al 1911. Tre anni più tardi abbandonò anche i Ballets Russes per seguire l’amatissimo fratello a Londra ma, allo scoppio della prima guerra mondiale, fu costretta a rientrare a Pietroburgo; qui debuttò come coreografa nell’assolo La tabatière e nel 1915 si esibì nel teatro di Kiev, aprendo in quella città un atelier divenuto famoso, dove ebbe tra i suoi allievi anche Serge Lifar. Nel 1921 lasciò la Russia, per unirsi nuovamente ai Ballets Russes in occasione del debutto di La bella addormentata a Londra; per la compagnia di Diaghilev creò i suoi primi capolavori: Renard (1922) e Les noces (1923) su musica di Stravinskij, e nel 1924 il primo esempio di balletto neoclassico, Les biches (musica di Poulenc), Les fâcheux (musica di Auric) e Le train bleu (musica di Milhaud). Lavorò in seguito all’Opéra di Parigi, al teatro Colón di Buenos Aires e per la compagnia di Ida Rubinstein, per la quale allestì Le baiser de la fée (musica di Stravinskij) nel 1928 e, nello stesso anno, Boléro , seguito da La valse (1929), entrambi su musiche di Ravel. In occasione di una soirée del Vicomte de Noailles creò Aubade, ancora su musica di Poulenc.

Nel 1932 fondò una propria compagnia, per la quale riprese alcuni suoi precedenti lavori, creando inoltre Etude, Les variations (1932) e Amleto (1934), in cui lei stessa interpretò il ruolo maschile del protagonista. Direttrice artistica del Ballet Polonais a Parigi (1937), allestì per questo gruppo Chopin Concerto, Le chant de la terre e La legende de Cracovie . Successivamente lavorò a Berlino con il regista Max Reinhardt – per I racconti di Hoffmann e la versione filmata del Sogno di una notte di mezza estate – e con la compagnia Markova-Dolin. Nel 1938 aprì una scuola a Los Angeles, pur continuando a creare coreografie per diverse compagnie, tra cui il Ballet Theatre (La fille mal gardée , 1940; Harvest Time , 1945), i Ballets Russes de Monte-Carlo (La fanciulla di neve, 1942; Antica Russia, 1943) e il Ballet International (Brahms Variations e Quadri di un’esposizione, 1944). Dopo il 1945 lavorò principalmente per il Grand Ballet de Marquis de Cuevas come insegnante. Pioniera della coreografia neoclassica, autrice di un diario non ancora interamente pubblicato, che raccoglie le sue teorie sul movimento e la composizione ma descrive anche, con scrittura sciolta e brillante, l’ambiente ballettistico d’inizio secolo e l’arte del fratello ( Early Memoirs, 1894-1914 , New York 1981), fu un’innovatrice della tecnica e del linguaggio tradizionale del balletto e un’insegnante convinta della necessità di superare le barriere tecniche tra balletto accademico e danza libera. La ripresa, a sua cura, per il Royal Ballet di Les biches (1964) e Les noces (1966), seguita negli anni ’70 dalle riprese effettuate anche in Italia dalla figlia Irina, contribuirono a confermare la convinzione che sia stata una delle coreografe più innovative e influenti della prima metà del Novecento.