Miranda

Carmen Miranda nasce in Portogallo pochi giorni prima dell’emigrazione della poverissima famiglia verso il Brasile. Fin da bambina è affiancata nelle aspirazioni artistiche dalla sorella minore Aurora che ne seguirà fedelmente la carriera. A venticinque anni è già una stella del teatro leggero, della radio e della canzone popolare con decine di migliaia di dischi venduti. Lee Schubert, il grande impresario di Broadway, viene folgorato da una sua esibizione a Rio de Janeiro e la mette sotto contratto la sera stessa trasformandola nell’attrazione esotica dei suoi spettacoli sulla 42a strada. Da New York a Hollywood il passo è breve ( Notti argentine , 1940; Una notte a Rio e Tre settimane d’amore , 1941) e la stravaganza del suo personaggio conquista subito il pubblico nordamericano. Parla un inglese fantasioso, calza alte zeppe, indossa abiti coloratissimi e incredibili copricapo fatti di frutti tropicali di cui è autrice in prima persona (da giovane era stata modista). Per l’americano medio diventa in breve il simbolo di una generica America Latina, senza distinzione tra Paesi di lingua portoghese o spagnola. In tal senso è funzionale alla propaganda politica Usa che durante il conflitto mondiale utilizza la sua immagine per sottolineare l’importanza delle alleanze e delle neutralità dei Paesi sudamericani. Durante gli anni di guerra gira per la Fox i suoi film più importanti In montagna sarò tua (1942), Banana split (1943), Samba d’amore (1944) fino a diventare nel 1945 l’artista più pagata del Paese. Ma già dal 1946 inizia la crisi, Copacabana viene girato in bianco e nero, il matrimonio celebrato con rito cattolico si rivela un inferno, entra in depressione. Non le è di giovamento il breve ritorno di qualche mese in Brasile dove viene accolta quasi alla stregua di una traditrice. Anche il rientro a teatro a New York risulta difficile. Sempre più in ombra nel cinema e sulla scena partecipa a numerosi show alla radio e alla tv, al termine di uno dei quali viene stroncata da un infarto.