Melato

Dopo svariate esperienze fra i filodrammatici, Maria Melato fu scritturata da Berti (1904) per diventare primattrice giovane con I. Gramatica e F. Andò. Decisivi furono i dodici anni trascorsi nella compagnia diretta da Talli, avendo in repertorio Bernstein, Bataille, Niccodemi, Brieux, per poi affrontare Goldoni, Andreev,Rosso di San Secondo, D’Annunzio. All’Immaginifico restò fedele anche dopo aver fatto compagnia col Betrone, in coerenza con la nativa vocazione drammatica e la propensione per la scrittura alta. Accostata dai suoi ammiratori alla Duse per la stessa tensione emotiva e per la sensibilità esasperata, possedeva un registro vocale che la induceva a compiacimenti fonici eccessivi, tanto da essere maliziosamente accusata di `cantare’. Nel triennio 1937-40 fu protagonista de La duchessa di Padova di Wilde e della Tosca di Sardou, mentre nel dopoguerra ripropose D’Annunzio, Praga, Cocteau, congedandosi dalle scene (1948) con Casa paterna di Sudermann, prima di ritirarsi in Versilia. Poco significative le interpretazioni cinematografiche nel muto e nel parlato.