Mauriac

Appartiene alla linea degli scrittori cattolici, nei suoi romanzi, tutti più o meno incentrati nella provincia e campagna francese, è il tema delle passioni e della colpa a muovere l’azione ( Nodo di vipere , 1925; Thérèse Desqueyroux , 1927; Gli angeli neri , 1936). Nel 1952 ha ricevuto il Nobel. Nel teatro esordisce con Montefigue (1907), accolto con molto favore dalla critica. Nel 1937 scrive Asmodeo (Asmodée), opera difficile, incentrata sulla figura di un seminarista, che impone con successo la sua rigida morale giansenista a una giovane vedova, mosso unicamente dal desiderio di dominare e possederne l’anima. L’opera suscitò reazioni discordanti da parte del pubblico e della critica. Il linguaggio forte utilizzato, la maestria nella costruzione della complessa psicologia del personaggio, ne fanno un’opera di indubbio interesse. L’indagine sull’animo umano, sondato fino nel profondo delle passioni che lo muovono «al di là e a dispetto delle parole», i rapporti umani con le loro modalità e le loro anomalie, le tensioni dell’anima alle prese con i problemi del male, della grazia e della salvazione sono fra i temi più cari a M. anche nei lavori successivi, come Amarsi male (Mal aimés, 1945), Passaggio del diavolo (Le passage du Malin, 1947), Il fuoco sulla terra (Le feu sur la terre, 1950). È autore anche di saggi e di biografie, tra cui la celebre Vita di Gesù (1936).