Macchia

Le benemerenze teatrali dello studioso e docente di letteratura francese Giovanni Macchia sono numerose. A lui si deve, tra l’altro, l’introduzione dell’insegnamento di Storia del teatro nell’università italiana, con la conseguente istituzione di molte cattedre. È autore di numerosissimi saggi, tutti contraddistinti da una prosa limpida, elegante e narrativa, oltre che dalla profondità e ricchezza degli argomenti trattati. Che riguardano naturalmente la letteratura francese ( Baudelaire e la poetica della malinconia , 1946; Il paradiso della ragione, 1960; L’angelo della notte , 1979; Le rovine di Parigi , 1985) e quella italiana ( Saggi italiani , 1983), mentre altri saggi coinvolgono una comparazione culturale più vasta, come I fantasmi dell’opera (1971) incentrato intorno a un celebre quadro di Watteau o Il principe di Palagonia (1978) sui mostri mitici di villa Bagheria. Per quanto riguarda il teatro, fondamentali sono i suoi apporti critici, tra cui mirabili quelli su Pirandello ( Pirandello o la stanza della tortura , 1981) e su Molière ( Vita, avventure e morte di Don Giovanni , 1966; Il silenzio di Molière , 1975). A quest’ultimo è ispirata una sua pièce teatrale, Mademoiselle Molière , rappresentata nel 1992 al Festival di Spoleto, per la regia di E. Siciliano, le scene di Giosetta Fioroni e l’interpretazione di Anna Maria Guarnieri. La pièce è stata poi rappresentata anche all’estero: in Francia, a Parigi, e poi in Canada. Nel 1993 a M. è stato assegnato il premio Balzan per la sua attività di critico e di studioso.