Littlewood

Formatasi alla Royal academy of dramatic art (Rada), Joan Maudie Littlewood sviluppa e mantiene per tutta la carriera un atteggiamento fortemente polemico nei confronti dell’establishment teatrale del West End londinese. Si trasferisce a Manchester dove lavora dapprima per la radio e successivamente – insieme al marito Ewan McColl, cantante, attore e drammaturgo – dà origine al Teatro Azione di Manchester (1932), gruppo impegnato nella ricerca e sperimentazione teatrale, all’avanguardia nel filone agit-prop. Nel 1935 il gruppo diviene una compagnia itinerante (Theatre Union) che offre un repertorio di classici poco rappresentati in allestimenti apertamente `impegnati’, che mantengono gli elementi dell’agit-prop, sostituiscono l’immediatezza degli spettacoli di strada con l’improvvisazione e uniscono il commento politico alla musica e alle canzoni. Dopo la guerra Littlewood organizza, sempre a Manchester, un altro gruppo di lavoro (Theatre Workshop) e nel 1953, dopo anni di spettacoli di strada e di precarietà, ottiene una sede per la sua compagnia in una vecchia struttura nell’East End londinese. Qui porta avanti un programma di rivisitazione dei classici, uno sui testi di Brecht (Il buon soldato Schweik, Madre Coraggio in cui Littlewood è allo stesso tempo attrice e regista), ed uno sulla promozione della nuova drammaturgia (tra gli altri si ricordano L’ostaggio di B. Behan, Sapore di miele di S. Delaney e il musical di F. Norman Le cose non sono più come una volta (Fings Ain’t Wot They Used T’Be). Il festival di Edinburgo nel 1955 la invita a mettere in scena due sue produzioni di successo, Arden di Feversham e Volpone di Ben Jonson. Dopo un lungo soggiorno in Tunisia, nel 1963 torna a Londra per curare la regia di uno dei suoi più famosi lavori, Oh, che bella guerra (Oh, What a Lovely War): una satira documentata sulla Prima guerra mondiale, allestita all’interno di un party con concerto sul mare. Alla fine degli anni ’60, nonostante le fortunate regie di Il diario della signora Wilson (Mrs Wilson’s Diary) e La storia di Marie Lloyd (The Marie Lloyd Story, 1967) e l’indiscussa influenza esercitata su registi, compagnie e movimenti teatrali, Littlewood perde l’entusiasmo e l’energia che l’avevano guidata in tutte le sue imprese, riducendo drasticamente la sua attività. Produce il suo ultimo spettacolo (So You Want To Be in Pictures?) nella sede di Stratford nell’East End di Londra nel 1973 e si congeda dal pubblico nel 1994 con la sua autobiografia Joan’s Book .