Lavaudant

Il sodalizio di una vita con lo scenografo e costumista Jean-Pierre Vergier risale al primo successo di Georges Lavaudant al Théâtre du Rio di Grenoble con il Lorenzaccio di De Musset (1973). Lo spettacolo sarà ripreso due anni dopo dalla compagnia del Théâtre Partisan, che Lavaudant aveva fondato, sempre a Grenoble, cinque anni prima. Dal 1976 al 1986, con Gabriel Monnet, Lavaudant dirige il Centre dramatique national des Alpes (Cdna); poi, con Roger Planchon, è responsabile del Théâtre national populaire di Villeurbanne (Tnp); nel 1996 sostituisce Lluís Pasqual alla direzione del Théâtre de l’Odéon. In un’intervista a “Le Monde” nel 1976 Lavaudant afferma: «L’arte non è più rivoluzionaria. C’è sempre il piacere di riprodurre le belle cose già fatte, con in più l’umorismo e la coscienza storica». I primi allestimenti di Lavaudant saranno infatti costituiti da collage di testi, da stratificazioni di frammenti o da monologhi dilatati. Frutto di questa concezione `situazionista’ del teatro è, per esempio, l’allestimento di Palazzo mentale di Pierre Bourgade (1976, ripreso nel 1986). Successivamente, l’interesse per la costruzione testuale lascia spazio alla centralità della recitazione, che Lavaudant vuole istintiva, ‘infra-razionale’. In questa chiave vengono messi in scena i classici, Brecht (Baal), Pirandello (I giganti della montagna), Shakespeare (Riccardo III), Genet, Racine, Büchner; ma anche testi dello stesso Lavaudant (Les Tueurs, L’ItalieLes cannibales, Veracruz, Les Iris, Terra Incognita, La dernière nuit, la serie Lumières – in collaborazione con J.-C. Bailly e M. Deutsch -, Amour, politique et cha-cha-cha, Six fois deux, Bienvenue, Triptyque) e opere di numerosi contemporanei, in particolare Jean-Christophe Bailly (Les Céphéides, 1983; Le Régent 1987; Pandora 1992; Reflets 1997), Le Clézio (Pawana, 199, Odéon) e Denis Roche. Nel 1995, a Strasburgo (Opéra du Rhin), Lavaudant ha curato la regia di Prova d’orchestra , da Fellini, su libretto e musica di Giorgio Battistelli.