Kokoschka

Oskar Kokoschka iniziò l’attività teatrale ventenne, collaborando come scenografo allo spettacolo inaugurale del cabaret letterario viennese `Fledermaus’, nel 1907. Nello stesso anno scrisse il primo dei suoi cinque drammi, Assassino, speranza delle donne (Mörder, Hoffnung der Frauen), illustrato da una serie di xilografie; il dramma, in seguito rimaneggiato dall’autore, venne pubblicato nella rivista “Der Sturm” nel 1910. Costruito secondo lo schema della tragedia greca (due attori e il coro), tratta del conflitto fra uomo e donna, visti come avversari inconciliabili; nelle successive versioni l’autore spostava il conflitto su un terreno allegorico, attinente le relazioni umane in generale, indicando la soluzione nei valori della comprensione e dell’amore per il prossimo. Rappresentato da Kokoschka nel 1909 nel teatro all’aperto della Wiener Kunstschau, Assassino, speranza delle donne fu considerato uno dei primi documenti di teatro espressionista, non solo nel testo, che vide quattro edizioni stampate tra il 1910 e il 1917, ma anche nei mezzi scenici, pittorici, coreografici, acustici, dinamici. I giovani attori dell’Accademia d’arte drammatica recitavano «come se fosse una questione di vita o di morte», ricordava l’autore, vestiti con costumi fatti di stracci, i volti dipinti secondo le usanze dei popoli primitivi, e le braccia e le gambe decorate con le linee dei muscoli, dei nervi e dei tendini. Di questo suo lavoro contrastato e discusso Kokoschka ebbe a dire che si trattava di «un antidoto contro il torpore del teatro» di allora. Altri memorabili allestimenti furono quello del 1917 all’Albert Theater di Dresda, sempre a cura di Kokoschka, definito dal noto critico Alfred Kerr «uno dei registi più geniali che io conosca», e del 1920 al Neues Theater di Francoforte (regia di Heinrich George); nel 1921 l’opera, musicata da Paul Hindemith, fu rappresentata con la scenografia di O. Schlemmer al Landestheater di Stoccarda.

Sempre nel 1907 Kokoschka scrisse un secondo lavoro teatrale, Sfinge e uomo di paglia (Sphinx und Strohmann), sottotitolato `commedia per automi’: la parodia di un tema ricorrente nella commedia borghese, il triangolo sentimentale. Venne rappresentato nel 1909 al `Fledermaus’ con la parte di Anima interpretata da Elfriede Rossi, che i critici paragonarono a una figura di Beardsley. Proponeva trovate sceniche che ricordavano le gag dei clown del circo, spettacolo di cui Kokoschka era un frequentatore, oltre che del teatro ebraico burlesco e della commedia popolare viennese. Otto anni dopo, in occasione della rappresentazione alla Galleria Dada di Zurigo, Tristan Tzara considerò il dramma tragicomico come un momento decisivo del teatro dadaista; in seguito venne elogiato dai surrealisti e considerato un esempio di teatro dell’assurdo. Nel 1917 Kokoschka elaborò una nuova versione ampliata di Sfinge e uomo di paglia , che intitolò Giobbe (Hiob): la parodia del tema iniziale si trasformava ora in un’amara diagnosi della sostanziale inconciliabilità dell’uomo e della donna. Giobbe venne rappresentato all’Albert Theater di Dresda nel 1917, per la regia dell’autore, in un trittico comprendente Assassino, speranza delle donne e Il roveto ardente (Der brennende Dorbusch): un lavoro scritto nel 1911 e incentrato su una auspicata trasformazione dei rapporti umani su principi etici, una speranza dell’Espressionismo.

In Orfeo e Euridice (Orpheus und Eurydike), dramma scritto tra il 1916 e il 1918, Kokoschka realizzò una versione del mito orfico ispirata alla psicologia del profondo: un testo che si differenzia dagli altri per la strutturazione in atti e scene, più funzionali al procedere dell’azione e logicamente motivati nei cambiamenti di luogo e di tempo; mentre le precedenti opere scandivano sequenze oniriche, a volte slegate da connessioni logiche, sostenute da intenti allusivi, suggestivi, simbolici. Nel 1925 il lavoro venne musicato da Ernst Krenek e messo in scena allo Staatstheater di Kassel nel 1926. Seguiva la lunga gestazione dell’ultimo dramma, Comenius , iniziato durante il soggiorno a Praga, tra il 1936 e il ’38, e ispirato alla figura del pedagogo moravo Jan Amos Komensky (1592-1670). In una prima stesura l’autore stabiliva dei riferimenti tra la drammatica vicenda e le persecuzioni hitleriane, mentre in una successiva stesura volle eliminare le allusioni al presente e conferire un valore universale alla portata filosofica e morale della vita di Comenius. Il lavoro, a lungo rielaborato e pubblicato nella versione definitiva nel 1972, fornì il soggetto al film televisivo del regista Stanislav Barabas, girato nel 1974 con le scenografie dell’autore. Di Kokoschka ricordiamo infine i bozzetti per le scene e i costumi del Flauto magico (Salisburgo 1955), commissionati da Wilhelm Furtw&aulm;ngler poco prima della morte; dieci anni dopo diede una nuova versione scenografica dell’opera di Mozart per il Covent Garden di Londra. Realizzò inoltre le scene e i costumi per Un ballo in maschera di Verdi, per la memorabile edizione del 1963 al Maggio musicale fiorentino (regista Herbert Graf, direttore Antonino Votto).