Jonasson

Figlia d’arte (sangue svedese e tedesco), Andrea Jonasson si iscrive giovanissima alla Scuola d’arte drammatica di Monaco e si forma con il grande Gustav Gründgens, dominatore assoluto, al di là della compromissione con i nazisti, della scena tedesca e grande interprete del Faust di Goethe. Dopo l’apprendistato ad Amburgo e la morte di questi, passa nei maggiori teatri della Germania, da Heidelberg a Düsseldorf, a Monaco, quindi a Zurigo e Vienna, sempre ricoprendo grandi ruoli, da Giulietta alla Margherita del Faust , da Santa Giovanna dei macelli (1968) ai personaggi di Dürrenmatt, O’Neill, Pirandello (la Figliastra nei Sei personaggi ), a Masa delle Tre sorelle al Thalia Theater di Amburgo (1972), dove Strehler la vede e le offre di essere la regina Margherita per l’estate successiva a Salisburgo nel suo Gioco dei potenti , grande féerie in due giornate tratta dalla trilogia di Enrico VI di Shakespeare. L’incontro è decisivo per entrambi e, dopo la ripresa al Burgtheater di Vienna (1974), Andrea Jonasson segue Strehler a Milano; per un po’ si divide fra Italia e Germania e nel 1977, allo Schauspielhaus di Amburgo, frutto della intensa collaborazione con il regista è il nuovo allestimento dell’ Anima buona di Sezuan , con Kurt Beck (Wang) e Heinrich Giskes (Yang Sun), dove Andrea Jonasson affronta le due immagini opposte di Shen Te e Shui Ta con grande duttilità istrionica, calandosi con dolorosa dolcezza nella prima e con durezza feroce nel secondo: premessa alla totale affermazione in Italia dell’edizione del Piccolo nel 1981, anno del matrimonio con il regista triestino. Quindi i successi della Minna von Barnhelm di Lessing, del Come tu mi vuoi , dove Andrea Jonasson ha dato del personaggio dell’Ignota una figurazione indelebile, dell’ Arlecchino (e qui il personaggio di Beatrice, sulla scorta del lavoro su Shen Te / Shui Ta, si è finalmente arricchito dell’ambiguità suggerita da Goldoni); dopo i ruoli di Elena (Faust parte II ) ed Ellida (La donna del mare) è iniziata una collaborazione con il Teatro stabile di Genova e con Marco Sciaccaluga, che l’ha diretta in Suzanne Adler della Duras, Un mese in campagna di Turgenev e Le false confidenze di Marivaux, mentre il lavoro al Burgtheater prosegue con testi di Stoppard, Schiller e Musil.