Job

Dopo gli studi a Brera, Enrico Job inizia la sua attività in teatro collaborando con L. Damiani e debuttando come costumista alla Scala con Semiramide di Rossini (1962, regia di M. Wallmann) e come scenografo-costumista con Le notti dell’ira di A. Salacrou (Piccolo Teatro 1964, regia di G. Strehler). Nel corso di una lunga e intensa carriera lavora alternativamente per il teatro d’opera, di prosa e nel cinema. La sua attività più significativa ha inizio con i costumi per il Riccardo III di Shakespeare, per la regia di L. Ronconi (Torino 1968): «I costumi di Job, carichi di intenzioni deformanti, concorrono ad accentuare l’idea di stravolgimento grottesco e ironico che è una delle direttrici dello spettacolo» (R. Tian); prosegue con le scene e i costumi per l’ Orestea di Eschilo, sempre con L. Ronconi (Belgrado, Bitet 1972): un geniale impianto scenico è predisposto ad accogliere il pubblico su piani diversi con un ascensore praticabile.

Di rilievo il sodalizio con M. Mezzadri, per cui J. disegna scene e costumi per Il pellicano (Brescia 1975) e Il padre di A. Strindberg (Milano 1980): la scenografia costituisce lo scheletro portante dell’azione scenica e, con il suo gioco di volumi, diviene una componente attiva e fondamentale nello spettacolo. Collabora assiduamente con M. Missiroli, mettendo in scena numerose produzioni: Verso Damasco di Strindberg (Prato, Teatro Metastasio 1978), I giganti della montagna di Pirandello (Torino, Teatro Carignano 1982), La villeggiatura: smanie, avventure e ritorno di Goldoni (Asti 1981), Medea di Euripide (Siracusa, Teatro greco 1996). Altri spettacoli di rilievo: Terra di nessuno (1994, regia di G. De Monticelli), L’esibizionista (1994, regia di L. Wertmüller). Interessante l’allestimento di Aspettando Godot (Piccolo Teatro 1978, regia di W. Pagliaro): la vicenda scenica è racchiusa in una pedana ovale, inclinata con sabbia grigia e sovrastata da una `americana’ circolare, con un proiettore a simboleggiare il sole. Nell’ambito del teatro d’opera, di particolare importanza sono gli spettacoli con la regia di R. De Simone (tra gli altri Il signor Bruschino , Pesaro, Rossini Opera Festival 1985) e i due allestimenti per i quali si occupa anche della regia: Il trovatore di Verdi (Macerata, Sferisterio 1990) e Elisabetta, regina d’Inghilterra di Rossini (Napoli, San Carlo 1991). Nel lavoro di J. la scenografia diviene elemento `forte’, determina la gestione dello spazio d’azione dell’attore e diventa simbolica nelle forme e nell’aspetto visuale.