Jellicoe

Ann Jellicoe debutta nel 1958 con Lo sport della mia pazza madre (The Sport of My Mad Mother), un testo basato sul mito che impiega forme ritualistiche per raggiungere in modo diretto il pubblico: attraverso il ritmo, la musica e persino il rumore. Il titolo rimanda alla dea Kali, figura simbolo della creazione di una nuova vita attraverso la morte e la distruzione, che qui viene modernamente proposta nei panni di una ragazza incinta capo di una banda di adolescenti, con capelli rosso sangue e un viso bianco come la morte. L’intera azione scenica ruota attorno alla violenza di strada, che trasforma le attività quotidiane in schemi stilizzati di suoni e movimenti. Il suo teatro si esprime attraverso un linguaggio estremamente fantasioso, piuttosto affine a una logica musicale che a quella della parola scritta, e del tutto ignaro della lezione e delle convenzioni naturalistiche. J. abbandona presto il teatro professionistico e commerciale, inadatto ai suoi scopi, e si rivolge (come già Peter Cheeseman con The Jolly Potters , 1964) ad attività sperimentali all’interno di scuole e centri sociali, che in seguito porteranno alla diffusione della forma del Community Theatre: i componenti stessi della comunità sono chiamati a rappresentare il loro teatro. Nel 1985, fedele a questa scelta, cura la regia di Entertaining Strangers di D. Edgar, per i cittadini di Dorchester. Tra gli altri suoi testi vanno ricordati: il successo del 1961 The Knack , commedia a sfondo sociale che ha avuto anche una riduzione cinematografica; Shelley , sulla vita del poeta; La nuova generazione (The Rising Generation, 1967), scritta su commissione della Girl Guides’ Association e poi rifiutata.