Hellman

Lillian Hellman divenne famosa negli anni ’30 con due melodrammi di successo, solidamente costruiti e ricchi di colpi di scena, che affrontavano temi morali e sociali (in un’ottica scopertamente progressista) rifacendosi al modello drammaturgico ibseniano, depurato però da ogni ambiguità e utilizzato per esporre tesi, più che per dibatterle, e per presentare personaggi abilmente disegnati, ma inequivocabilmente divisi fra buoni e cattivi. Il primo di questi testi, La calunnia (The Children’s Hour, 1934), scandalizzò il pubblico di Broadway (che tuttavia affollò il teatro per 691 sere) e allarmò le censure di mezzo mondo, facendo delle vittime di una ragazzina malvagia due insegnanti accusate di lesbismo. Il secondo, Le piccole volpi (The Little Foxes, 1939), ambientato nel Sud come il precedente, s’imperniava su una donna che, con la sua avidità, distruggeva il marito e si alienava l’affetto della figlia. Fra le sue opere successive si possono citare La guardia al Reno (Watch on the Rhine, 1941), una dura presa di posizione contro il nazismo; L’altra parte della foresta (Another Part of the Forest, 1946), una sorta d’antefatto di Piccole volpi ; il cechoviano Il giardino d’autunno (The Autumn Garden, 1951); Giocattoli in soffitta (Toys in the Attic, 1960), dove si sfiorava il tema dell’incesto. Scrisse anche il libretto per il musical che L. Bernstein trasse dal Candide di Voltaire (1956) e lavorò per molti anni a Hollywood come sceneggiatrice, fin quando il maccartismo non la incluse nella sua lista nera. Pubblicò infine due volumi autobiografici, nei quali non parlava delle sue esperienze teatrali.