Grossman

Politicamente impegnato, nel 1948 viene espulso dall’università e interdetto dalla pubblicazione di libri. Dal 1949 al ’50 gli è affidata la sezione drammatica del Teatro di Stato di Brno. Negli anni ’60 si trasferisce stabilmente al Divadlo Na Zábradlí (T. alla Balaustra), dove crea intorno a sé un attivo circolo culturale. Il suo repertorio annovera il drammaturgo Vaclav Havel – col quale stabilisce una stretta collaborazione – Jarry, Ionesco, Beckett e Kafka, di cui cura un adattamento scenico del Processo (1966). L’invasione sovietica del 1968 lo costringe a lavorare in provincia per alcuni anni. Torna a Praga nel 1983 con un repertorio di autori moderni e classici (Cechov, Sofocle, Molière, Webster, Goldflam). Il teatro di G. appare solidamente strutturato intorno al rigore analitico dei gesti degli attori. Collocandosi nella tendenza espressionista che caratterizza l’avanguardia céca tra le due guerre, G. non trascura un interesse per le tematiche del teatro dell’assurdo e per un ricorso alle suggestioni dell’immaginario.