Greene

Graham Greene si convertì al cattolicesimo nel 1927, evento che lasciò una profonda traccia nella sua opera. Ma pur strumenti di una volontà superiore, i personaggi dei suoi romanzi, tutti di grande successo, possiedono sempre una netta individualità e vivono con intensa passione la loro avventura, spesso drammatica e tragica, talvolta ironica e grottesca. Esordì in teatro con le riduzioni dalla sua opera narrativa La rocca di Brighton (Brighton’s Rock, 1943), Il nocciolo della questione (The Hearth of the Matter, 1950), in collaborazione con B. Dean, e Il potere e la gloria (The Power and the Glory, 1952) in collaborazione con P. Bost, messo in scena per la festa del teatro di S. Miniato da L. Squarzina prima e da G. Sbragia nel 1991. La sua prima commedia è L’ultima stanza (The Living Room, 1953), cui seguirono Il capanno degli attrezzi (The Potting Sad, 1957), L’amante compiacente (The Complaisant Lover, 1959), la tragicommedia Scolpendo una statua (Carving a Statue, 1964), Il ritorno di A. J. Raffles (The Return of A. J. R., 1975), Sì e no (Yes and No), Per chi suona la campana (For Whom the Bell Chimes, 1980), Lo splendido Jowett (The Great Jowett, 1980). Nelle sue opere teatrali G. rispetta le regole del `well-made-play’: le sue commedie, eleganti e ben costruire, puntano l’interesse più sui contenuti (problematica morale) che sullo sviluppo delle nuove tecniche e modi espressivi. Di rilievo sono anche le sue sceneggiature cinematografiche: Idolo infranto (The Fallen Idol, 1948) e Il terzo uomo (The Third Man, 1950).