Gramatica

Sulle scene fin dall’infanzia con la compagnia di cui facevano parte il padre suggeritore e la mamma sarta, Emma Gramatica si formò, come la sorella maggiore Irma, al seguito della Duse, accompagnandola in varie tournée europee. Alla voce chioccia e alla scarsa avvenenza che sembravano precluderle la via del successo contrappose una volontà ferrea e una disciplina rigorosa, emergendo come Gioconda nella Sirenetta dannunziana, tanto da essere ben presto scritturata come primattrice da Zacconi (1900). Dopo essersi cimentata con Goldoni, Ibsen, Rostand, Hauptmann, fu per un triennio con Ruggeri, a fianco del quale assaporò il trionfo in Marcia nuziale di Bataille. A capo di proprie compagnie, dedicò particolare attenzione a Shaw (Candida, Pigmalione, La professione della signora Warren, Non si sa come, Santa Giovanna, Cesare e Cleopatra) senza trascurare D’Annunzio, Pirandello, Rosso di San Secondo e altri autori contemporanei come Lodovici, Viola, Cantini, Gotta, del quale ultimo inscenò la festeggiatissima Damigella di Bard. Dal Romanticismo prediletto negli anni verdi all’accentuato verismo dell’infatuazione ibseniana trascorse al non sempre congeniale humor inglese, indulgendo più innanzi nell’estenuato intimismo de La sorridente signora Beudet di Amiel-Obey, de Le medaglie della vecchia signora di Barrie, di Aimer di Géraldy. Ebbe al suo fianco Benassi, Giorda, Ninchi, Geri, Stival, tentata più volte da personaggi maschili come Amleto e Il furfantello dell’Ovest di Synge. Nel secondo dopoguerra è stata in Sudamerica e in Spagna, riproponendosi sui palcoscenici italiani con Simoni, Sarment, Gotta, Viola, Pirandello. Ha preso parte a una decina di film e a vari allestimenti televisivi.