Golejzovskij

Cresciuto alle scuole di Mosca e Pietroburgo, Kas’jan Jaroslavic Golejzovskij è entrato nel 1909 al Teatro Marijinskij di Pietroburgo per passare, nello stesso anno, al Teatro Bol’šoj di Mosca, dove ha interpretato ruoli da solista ( La bella addormentata , Il cavallino gobbo , La fille mal gardée ). Spirito innovatore e irrequieto, presto ha abbandonato la scena accademica per intraprendere dal 1915 la carriera di coreografo presso l’Intimnyj Teatr, il Teatro di Mamontov e il cabaret Il pipistrello. Influenzato dalle innovazioni di I. Duncan, M. Fokine, A. Gorskij è diventato, a cavallo fra gli anni ’10 e ’20, uno dei più significativi coreografi sperimentatori. Nel 1916, seguendo l’esempio del regista A. Tairov, ha fondato un suo Balletto da Camera di Mosca, per il quale ha realizzato La sonata della morte (1918, musica di Skrjabin), Salomé (Strauss), La tragedia delle maschere , Il fauno (Debussy) tutti del 1922, Danze eccentriche (1923). La sua ricerca si è indirizzata soprattutto verso una espressività del movimento libera dai dettami accademici, affrancando il corpo dagli impedimenti del costume classico a favore della quasi totale nudità. Per primo ha introdotto nella danza il costruttivismo adottando scenografie complesse nei balletti realizzati per la scena sperimentale del Bol’šoj, come Giuseppe il bello (1925). Ha collaborato con i più importanti registi d’avanguardia del periodo; a partire dal 1927 ha subìto una lenta ma progressiva emarginazione adattandosi a lavorare per il music-hall, i divertissement per le opere (per esempio le Danze Polovesiane del Principe Igor) o per i teatri delle repubbliche dell’Asia Centrale. Nel periodo del `disgelo’ krusceviano è stato chiamato ad allestire al teatro Bol’šoj la leggenda orientale Lejli e Medznun (1964).