Genet

Jean Genet divenne famoso, in Francia e nel mondo, grazie agli epiteti di santo e martire con cui lo definì Sartre, nel titolo del suo voluminoso e provocatorio saggio. Scrittore ‘maledetto’ per vocazione e vita vissuta, attraverso i suoi romanzi in parte autobiografici in parte opere di sfrenato simbolismo, ha raccontato l’esperienza della casa di correzione, del carcere e della legione straniera, tutta un’esistenza di dure lotte e espedienti da cui ne uscì con il successo e la fama. Giunse alla drammaturgia (e alla sceneggiatura di soggetti cinematografici, quali Madamoiselle e La nuit venue) dopo alcune prove narrativo-poetiche: Nostra signora dei fiori (1944), Miracolo della rosa (1946) e Diario del ladro , nel 1949, che fu un successo di scandalo, ma anche di riconoscimento; la sceneggiatura di un balletto, Adame Miroir (1946). Il teatro di Genet – in sintonia con la linea Sade-Baudelaire-Artaud e sulla base di una serie di esperienze di vita estreme – sviluppa i temi della positività del male, dell’elogio della solitudine dell’uomo d’eccezione («il poeta emana attorno a sé un odore così nauseante»), dell’esaltazione del carcere e della violenza, della considerazione del furto e dell’assassinio come di opere d’arte. Sorveglianza speciale tradotto anche come Alta sorveglianza (Haute surveillance, 1945) è un atto unico, portato sulla scena con regia di Jean Marchat a Parigi nel 1949. Si svolge in una cella e ha come protagonisti tre delinquenti omosessuali. Il primo allestimento in Italia si ebbe nel 1971, a Milano, con la regia di Anna Gruber. Nella traduzione di G. Caproni, la pièce è stata riproposta da M. Gagliardo al Teatro Colosseo di Roma nel 1994. Le serve (Les Bonnes, 1947) mette a punto per la prima volta la dialettica realtà-finzione, sviluppando la concezione del teatro come `luogo dell’odio’. La storia delle due cameriere che detestano la propria padrona – simbolo dell’eterno conflitto che divide l’umanità in sommersi e salvati – venne rappresentata a Parigi nel 1947 (a cura di Louis Jouvet) e nel 1954 (regia di Tania Balachova). Inclusa nel repertorio del Living Theatre, fu allestita a Berlino nel 1965, affidando le parti a tre interpreti maschili, così come era originaria intenzione di Genet.

Il primo allestimento italiano, con la regia di L. Chiavarelli, avvenne a Roma nel 1956. Un’edizione di rilievo fu quella diretta da M. Scaparro, sempre a Roma, nel 1968, con P. Degli Esposti, Anna Maria Gherardi e Miranda Martino. Negli ultimi anni, si sono succedute diverse messeinscena, tra cui quella proposta da Massimo Castri con la Morlacchi Mannoni e Anita Bartolucci nel 1994. Il balcone (Le Balcon) venne pubblicato da Genet nel 1956. La rappresentazione venne proibita in Francia fino al 1960 (anno dell’allestimento di P. Brook). La prima si tenne così a Londra, ma non piacque all’autore. Opera più complessa delle precedenti, di carattere polifonico, venne proposta per la prima volta in Italia nel 1971 in una edizione poco riuscita, con la regia di A. Calenda e la presenza di F. Valeri nella parte di Irma. Nel 1976 lo spettacolo fu realizzato al Piccolo da Strehler con le interpretazioni di A. Proclemer, G. Lazzarini, T. Carraro e R. De Carmine. Nel 1963 il regista americano Joseph Strick ne aveva curato una versione cinematografica, con musiche di Stravinskij. I negri (Les Nègres), realizzata nel 1958, allestita a Parigi l’anno dopo da Roger Blin, arrivò in Italia (nella versione americana) alla rassegna di Venezia nel 1964. La commedia torna a insistere sul tema politico e sul complesso gioco di specchi tra realtà e irrealtà, esasperando lo scontro tra gli uomini. I paraventi (Les Paravents), opera pubblicata nel 1961, venne portata sulla scena a Berlino nel corso dello stesso anno con la regia di Hans Lietzau. Nel 1966 fu a Parigi per la regia di Roger Blin. Sullo sfondo della questione algerina e dei problemi della colonizzazione, Genet costruisce il lavoro più complesso, in cui si ritrovano tutti gli ingredienti tipici dei suoi lavori: l’eroe solitario e sventurato (il protagonista Said, il malvagio alla fine vincente), la prigione e il furto, il cimitero, il bordello, la fortezza. In Italia, a Bologna, nel 1990, Chérif ne ha effettuato un complesso allestimento della durata di sei ore con l’impiego di novantanove attori. Molto intessante l’allestimento ‘povero’ di Santo Genet, commediante e martire con la regia di Pippo Di Marca al Teatro Uomo di Milano nel 1978. Splendid’s , infine, scritta nel 1948, è stata pubblicata in Francia solo nel 1993 e l’anno dopo, a Berlino, con regia di K.M. Gruber, è stata trasposta sulla scena. La versione italiana è sempre del 1994, con la regia di Adriana Martino. Nel 1995 lo stesso Gruber, al Piccolo, ne ha promosso un ulteriore allestimento. Incentrata sull’azione criminosa della banda La Rafale, costituita da eleganti delinquenti in frac, la pièce fa del nevrotico e violento gioco delle parti all’interno di un gruppo chiuso il suo più profondo nucleo costitutivo.Si ricordano i ripetuti allestimenti di Flower’s da parte di L. Kemp.