festa

Acquisire non selettivamente e non pregiudizialmente il concetto di festa entro la visione di spettacolo e di teatro costituisce un importante contributo ad una consapevolezza più estesa e più profonda delle complesse realtà dell’idea stessa di ‘avvenimento teatrale’. Certo molte feste contengono esplicitamente riconoscibili e riconosciute manifestazioni che consideriamo comunemente teatro, o spettacolo, ma se appena si spinge l’attenzione oltre il nostro concetto convenzionale di teatro e di spettacolo ci si accorge che tutte le manifestazioni festive, non soltanto quelle pubbliche e di partecipazione sociale, ma anche quelle private e domestiche, si articolano secondo regole, canoni, comportamenti più o meno formalizzati e teatrali. Sono, cioè, spettacolo a pieno titolo. Un matrimonio, per esempio, è certo anche teatro, con successioni spaziali e temporali prestabilite, costumi, scenografie, gesti, parole, comportamenti che generano un vero (e spesso assai rigido) organismo teatrale. E anche una festa domestica di compleanno in famiglia, o persino un’apparentemente confusa e caotica riunione giovanile in casa, per non parlare della discoteca, o dello stadio, a saperle cogliere nella loro articolazione formale e nel loro significato reale hanno evidenza teatrale. Il rapporto tra la festa e lo spettacolo teatrale vero e proprio è stabilito dalla ritualità, che è all’origine stessa del teatro. La festa ci propone allora, in modo emozionante, quella matrice rituale dalla quale ciò che noi consideriamo normalmente il teatro si è venuto formando e sviluppando. Ciò che distingue la festa dallo spettacolo di teatro è che nella prima non ci sono spettatori, ma tutti i partecipanti sono attori, ognuno con il proprio ruolo, la propria parte e una `parte’ è anche quella dei non direttamente protagonisti, ma degli apparenti spettatori.