Ferrari

Paolo Ferrari debutta con la compagnia del Piccolo Teatro di Milano in Il corvo di C. Gozzi, per la regia di Strehler al IX Festival internazionale del Teatro alla Fenice di Venezia (1948) e nel ’49 è al Festival belga di Knokke-Le-Zoute nei Giganti della montagna (uno dei fantocci) e nel Corvo. Resta al Piccolo per la stagione 1949-50 (La famiglia Antropus di T. Wilder, Questa sera si recita a soggetto di Pirandello e Riccardo III di Shakespeare). Passa poi alla Gioi-Cimara-Bagni (1951, Sogno ad occhi aperti di Elmer Rice). Nel ’54 è con Alberto Bonucci in Senza rete , al Manzoni di Milano, con loro in uno spettacolo derivato da un’amplificazione del Teatro dei Gobbi (di cui Bonucci è stato un fondatore) ci sono Paolo Panelli, Marina Bonfigli, Anna Menichetti, Monica Vitti, Francesco Mulè, scene e costumi di Piero Zuffi e nel ’57 è nel Ballo dei ladri di J. Anouihl al Sant’Erasmo, diretto da G. De Bosio. Molta televisione poi il primo successo di rilievo in Anima nera di Patroni Griffi con la Compagnia dei Giovani, regia di De Lullo (1961). Sempre negli anni Sessanta è nella compagnia dei Quattro, diretto da F. Enriquez (Antonio in Il mercamte di Venezia e Guildestern in Rosencranz e Guildestern sono morti di T. Stoppard). In coppia con Ileana Ghione interpreta un discusso Rosmersholm di Ibsen, regista Mina Mezzadri. Votatosi al repertorio leggero, per alcuni anni è in ditta con Valeria Valeri con la quale stringe un sodalizio affiatatissimo  (Fiore di cactus di P. Barillet e J. P. Gredy,1981; Vuoti a rendere di M. Costanzo,1986; Sinceramente bugiardi e Senti chi parla , 1989 entrambi con la regia di G. Lombardo Radice). La tv gli offre in questi ultimi anni grande popolarità in fiction di tutto riposo.