equilibrismo

Vasto genere dell’arte circense comprendente le discipline che implicano l’abilità di tenere in equilibrio oggetti di vario tipo, o quella di tenere in equilibrio il proprio corpo in maniera anomala o su basi instabili. Nella prima tipologia dell’equilibrismo, presentata a volte in commistione con la giocoleria, rientrano il tenere in equilibrio pile di bicchieri, di sedie e altre varietà di oggetti. Nella seconda tipologia, più ampia, la disciplina principe è il verticalismo, ovvero l’equilibrio sulle mani, che conosce grande successo in tutto il secolo anche per la sua essenzialità, portata all’estremo quando gli artisti si esibiscono senza l’ausilio di nessun attrezzo, su di una piccola piattaforma. Oltre alle doti di equilibrio, per emergere nella disciplina è indispensabile una notevole forza fisica. Sono molto apprezzati i numeri di verticalismo a due o più persone, che permettono figure maggiormente spettacolari e a volte l’innesto di componenti acrobatiche. Fra i primi artisti a distinguersi nella specialità come solisti è Severus Schaeffer, capace di mostrare un repertorio vastissimo di equilibri su una mano con il corpo in diverse posture. Negli anni ’40 diventa celebre Unus, con la sua verticale su di un solo dito (anche se `truccata’). In seguito emergono gli italiani Gino Donati, equilibrista tenore, capace di cantare arie d’opera in verticale su di una mano sopra un pianoforte a coda; poi i fratelli Ajuanito e Ajuamado Merzari, che arricchiscono il repertorio della specialità con l’utilizzo di attrezzi come i trampoli. Molto importante la scuola iberica che, dagli anni ’70, dà alla disciplina numerosi validi artisti (Chen, Lorador, Reyes, Segura).

Negli anni ’90 si afferma la scuola russa, con grande tecnica e attenzione alla messa in scena. Massimo esponente è Oleg Izošimov che, in costume da ballerino del Bol’šoj, esegue tecniche di equilibrio su di una mano di altissima difficoltà, accompagnato dalle note di una romanza di Pavarotti. Il buon nome della scuola italiana è tenuto alto dagli statuari fratelli Pellegrini, capaci di difficilissimi e inedite figure a quattro. Nella tipologia degli equilibri del corpo su basi instabili possiamo enumerare gli esercizi svolti sul rullo, detto rola-rola o sulle sfere. Entrambi derivano dall’antico gioco dell’equilibrio sulle botti e sono diffusi in pratica in tutto il mondo. C’è poi la spettacolarizzazione di equilibri su biciclette, che sembra essere una trovata italiana. È Alberto Scuri a proporli per la prima volta nel 1881, ed è la troupe di Ugo Ancillotti ad affermare la disciplina a cavallo fra i due secoli. Nel secondo dopoguerra emergono l’eccentrico Joe Jackson, le New Dollys e l’orientale Lilli Yokoi, con la sua bicicletta d’oro a 24 carati. La tradizione italiana è continuata fino ai nostri giorni con i Bogino e i Biasini. Equilibri su pattini a rotelle sono stati mostrati per la prima volta da Harry French, per poi diffondersi nelle piste dei circhi di tutto il mondo e nei teatri di varietà. Di recente si sono distinti gli inglesi Skating Wheelers e gli italiani Giurintano. Altro genere è quello della `scala libera’, ovvero priva di punti d’appoggio, sulla quale vengono svolti esercizi di vario genere. A volte il tenere in equilibrio e il mantenersi in equilibrio si fondono in discipline come le piramidi umane (le antiche `Forze d’Ercole’ veneziane), dove l’artista che regge il peso viene chiamato porteur o forte, quelli di mezzo `secondi’ e quello in cima agile; o nella disciplina della pertica, dove un artista tiene in equilibrio una lunga asta sulla cui estremità un altro presenta varie figure.