Efros

Laureatosi al Gitis, Anatolij Vasil’evic Efros lavora inizialmente al Teatro centrale per ragazzi, mettendo in scena alcuni importanti lavori di V. Rozov e contribuendo, con regie asciutte e originali, al loro successo: Alla buon’ora (1954), In cerca della gioia (1957), Lotta impari (1960), Prima di cena (1962). Negli stessi anni si cimenta nella rilettura di classici come Boris Godunov di Pukin (1957) e Il matrimonio di Gogol’ (1963), confermando il suo inusuale talento. Dal 1963 al ’67 è regista stabile al Teatro del Komsomol leniniano di Mosca, dove si dedica con particolare attenzione al repertorio contemporaneo, mettendo in scena, accanto all’amato Rozov ( Nel giorno delle nozze , 1964), E. Radzinskij (104 pagine sull’amore, 1964; Si gira!, 1965), A. Arbuzov (Il mio povero Marat, 1965), oltre a due classici di cui rivoluziona la lettura: Molière di Bulgakov e Il gabbiano di Cechov. Malvisto dai burocrati di partito per il coraggioso anticonformismo del suo lavoro, E. viene trasferito con responsabilità limitatissime al teatro Malaja Bronnaja, dove continua la sua intelligente rilettura di classici, ognuno dei quali diventa un autentico evento nei grigi anni brezneviani: Tre sorelle di Cechov (1967), Romeo e Giulietta (1970), Il fratello Alioša (1972, riduzione di Rozov da I fratelli Karamazov di Dostoevskij), Don Giovanni di Molière (1973), Il matrimonio di Gogol’ (1975), Otello di Shakespeare (1976), Un mese in campagna di Turgenev (1977), La strada (1980, riduzione da Anime morte di Gogol’). In questi anni viene chiamato in altri teatri di prestigio, dove dirige spettacoli di grande richiamo: Il giardino dei ciliegi al teatro Taganka (1976), Tartufo di Molière (1981) e Il cadavere vivente di Tolstoj al Teatro d’Arte. Negli ultimi tre anni di vita, dal 1984 al 1987, viene chiamato a dirigere, al posto di J. Ljubimov emigrato all’estero, il teatro Taganka, dove firma due regie entrate nella storia del teatro russo per la loro dissacrante intelligenza: Bassifondi di Gor’kij (1984) e Il misantropo di Molière (1986), densi di allusioni alla difficile realtà sovietica. E. è stato anche uno dei più brillanti registi di teatro televisivo con Boris Godunov di Puškin (1970), Pagine del diario di Pecorin da Lermontov (1975), Romeo e Giulietta (1982).