Dürrenmatt

Figlio di un pastore protestante, D. è mosso dalla convinzione che la realtà sia ormai priva di sbocchi. Dal microcosmo – la natia, soffocante e grottesca Svizzera, messa alla berlina in La visita della vecchia signora (Der Besuch der alten Dame, 1956) – al macrocosmo, cioè l’umanità nel suo complesso, pervasa dalla limitante logica del profitto, il passo è breve. Tutti i lavori, soprattutto teatrali, di D. vogliono essere una denuncia dell’isolamento dell’uomo d’oggi e del rischio-distruzione che lo minaccia sempre più da vicino. Sono questi i temi che troviamo alla base della cosiddetta `commedia nera’, contrassegnata dal prevalere del grottesco e incline a cogliere proprio il lato umoristico delle contraddizioni dei nostri giorni, spesso scatenate dall’azione a tutto campo del caso più capriccioso. Romolo il grande (Romulus der Grosse, 1950); Il matrimonio del signor Mississippi (Die Ehe des Herrn Mississippi, 1952); Un angelo scende a Babilonia (Ein Engel kommt nach Babylon, 1954); La visita della vecchia signora (Der Besuch der alten Dame, 1956); I fisici (Die Physiker, 1962); La meteora (Der Meteor, 1966); Rapporto di un pianeta (Bericht eines Planeten, 1970); La scadenza (Die Frist, 1977) costituiscono le sue opere più importanti, a cui si affiancano i radiodrammi L’avaria (Die Panne), Una sera di tardo autunno (Abendstunde im Spatherbst); Il processo per l’ombra dell’asino (Der Prozess um des Esels Schatten). Frequenti sono stati gli allestimenti italiani delle sue opere. Tra i più recenti e significativi ricordiamo l’edizione de I fisici di M. Sciaccaluga (Genova 1989) e di L. Giacobbi (Roma 1994); la messinscena di Romolo il grande di G. Pampiglione (Gaeta 1983), quelle de La visita della vecchia signora di Strehler (Milano 1959) e P. Micol (Torino 1982) e di Sera d’autunno di B. Frigerio (Milano 1997).