Durante

Checco Durante si avvicina al teatro recitando in alcune compagnie filodrammatiche, ma interrompe l’attività per partecipare alla prima guerra mondiale. Nel 1918 segue per sei mesi una formazione che ha in repertorio commedie dialettali e, al termine della tournée, trova un impiego fisso. Fondamentale per la carriera di D. è l’incontro con Petrolini, che lo convince ad abbandonare il lavoro e a dedicarsi al teatro da professionista. Dal 1920 è scritturato dall’attore romano, diventando suo stretto collaboratore e scrivendo con lui Cento di questi giorni (1921), un atto unico in dialetto romanesco. Nel 1928 lascia Petrolini e cerca di fondare un teatro stabile romanesco, ma le difficoltà in cui versa la compagnia dal 1930 lo costringono ad accettare l’interpretazione di ruoli nelle produzioni di avanspettacolo, ottenendo grandissimo successo e riconoscimenti da parte di pubblico e critica. Nel 1933 mette in scena commedie dialettali, soprattutto romanesche o adattate da altri dialetti, mosso dall’idea di un teatro che offra svago e divertimento al pubblico, e durante gli intervalli degli spettacoli recita poesie da lui composte (raccolte poi nel volume Aquarelli ). Dal 1950 la sua compagnia ha sede stabile in una saletta del Teatro Rossini di Roma. Per il teatro scrive alcuni monologhi e la commedia Bernardina, nun fà la scema… (1940). Alterna all’attività teatrale numerose partecipazioni a programmi radiofonici e interpreta nel cinema parti minori, sia comiche sia drammatiche. Amatissimo dal pubblico, è apprezzato come attore di semplice e umana comicità che, attraverso una recitazione sottile e ragionata, crea sulle scene caratteristiche figure di maturi popolani e piccolo-borghesi.