Danon

Attiva sin dal 1975 come figurinista, prevalentemente nell’ambito del cinema (dal 1982 è Art director dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences di Los Angeles), in teatro stringe un rapporto particolarmente intenso con il regista A. Calenda, a partire dall’atipico Rappresentazione della passione (Bolzano 1978), recupero di un dramma sacro abruzzese medioevale. Affiancata dallo scenografo Nicola Rubertelli, cura l’allestimento dell’ Enrico IV di Pirandello (1981), della Semiramide di Rossini (Napoli, Teatro San Carlo 1987), dell’ Amanda Amaranda di P. Shaffer (Roma, Teatro Eliseo, 1989) e de Il medico dei pazzi di E. Scarpetta (1990). Dopo Tradimenti di H. Pinter (1992), per cui si occupa anche delle scene (lo stile asettico ed essenziale si adatta perfettamente agli intenti ironici di Calenda), lavora alla fortunatissima Danza di morte di Strindberg (Città di Castello 1992), dove un salotto-bunker in cui si sfidano i due protagonisti è scenario di uno dei migliori spettacoli dell’anno, come lo sono i successivi Affabulazione Pilade e Calderón (Torino 1993) di Pasolini, per i quali collabora con L. Ronconi, con cui lavora anche ai costumi della Venezia salva di S. Weil (Torino 1994).