D’Ambrosi

Milanese, dopo aver giocato nel Milan, Dario D’Ambrosi si avvicina al teatro e nel 1979 crea il ‘Gruppo teatrale D. D’Ambrosi’, primo passo verso la creazione del Teatro Patologico, di cui è fondatore. Un genere di teatro che gli è suggerito da anni di studio e lavoro con i malati di mente, con i quali ha convissuto, facendosi ricoverare all’interno dell’Ospedale psichiatrico `P. Pini’ di Milano. I suoi spettacoli raccontano con un linguaggio espressivo, ribaltando sovente i canoni fissi dell’interpretazione, dove la parola viene spesso sostituita e messa da parte da un gesto forte teatrale e dalla pantomima. I principali argomenti dei suoi lavori sono temi psicologici e storie di emarginazione, spesso tratte dalla cronaca, e ruotano attorno al confine tra la realtà e la follia. Ha avuto, prima di quello italiano, un grande successo in America, dove è approdato nel 1980, al Café La Mama di New York, storico santuario dell’Off-Broadway di Ellen Stewart con la quale ha prodotto il suo secondo spettacolo I giorni di Antonio , la storia vera di un malato di mente ricoverato in un ospedale lombardo ai primi del ‘900. Divide la sua attività tra il teatro e il centro di Psichiatria sociale di Roma. Organizza dal 1989 il Festival mondiale del Teatro Patologico e a New York il Festival del teatro d’avanguardia italiano. Fra i suoi lavori sono da ricordare soprattutto L’altra Italia , Cose da Pazzi (1987), No grazie me ne torno (1991), Un regno per il mio cavallo , tratto da Riccardo III di Shakespeare (1995), La trota , Sogni di maschio , Principe della follia (1997).