Cirino

Diplomatosi all’Accademia d’arte drammatica `S. D’Amico’, Bruno Cirino si forma come attore, dopo alcune partecipazioni in spettacoli di Zeffirelli (Romeo e Giulietta), De Lullo (Il giuoco delle parti) e Patroni Griffi (Napoli notte e giorno), sotto la guida di Eduardo De Filippo (Il contratto, 1967), dimostrandosi dotato di ottima tecnica. Negli anni ’70 fonda la cooperativa teatrale Teatroggi con la quale mette in scena, nella borgata romana di Centocelle, due testi agit-prop di Dacia Maraini, Gli anni del fascismo (1971) e Viva l’Italia (1972), curando anche la regia. La sua successiva carriera si muove in bilico tra l’impegno, con lavori come Marat-Sade di P. Weiss o Il diavolo e il buon Dio di Sartre per la regia di A. Trionfo, e la rivisitazione dei classici della tradizione (Georges Dandin di Molière, 1979) e del Novecento (La lezione e Le sedie di Ionesco).

La sua migliore interpretazione resta l’Idiota diretto da Aldo Trionfo (1977), che stempera la sua vena mattatoriale con un alone di crudo sarcasmo. Altri lavori di rilievo: I confessori di V. Di Mattia (1978), Uscita d’emergenza di M. Santanelli, allestito con la cooperativa teatrale `Gli ipocriti’ (1980), e Liolà di Pirandello (1981). In campo cinematografico sono da segnalare le sue partecipazioni a Allonsanfan di P. e V. Taviani (1974) e Libera, amore mio di M. Bolognini (1975). Ha svolto parallelamente un’intensa attività televisiva, prestando la sua profonda carica di umanità a sceneggiati come Dedicato a un bambino (1970), Dedicato a un medico (1973), Il diario di un maestro (1973).