Cireni

Figlio di un fantino, Abelardo, viene consegnato all’età di otto anni nelle mani di Francesco Pulaiot, proprietario di un piccolo circo che, in capo a quattro anni, gli trasmette le tecniche base dell’acrobazia equestre e aerea. Lavora al Circo Travaglia e al Circo Toscano di Augusto Frediani, dove comincia a esercitarsi come clown. Emigra a Pietroburgo e viene scritturato nel circo di Scipione Ciniselli, dove definisce la propria maschera: trucco leggerissimo, un piccolo berretto circolare, giacca e pantaloni di qualche misura più larghi, camicia bianca, cravattina a fiocco e scarpe smisurate. In Russia ottiene un grande successo, diviene amico dello scrittore Aleksandr Kuprin e consulente clown di Leonid Andreev per Quello che prende gli schiaffi (1914). È spesso invitato dallo zar per divertire il figlio Alessio, malato di emofilia. Allo scoppio della rivoluzione, nonostante le amicizie altolocate, gli vengono confiscati tutti i beni. Riesce a scappare in America, dove si industria come controfigura in alcuni film comici. Tornato in Europa, si esibisce da Beketow e da Krone. È ammirato da numerose personalità dello spettacolo del suo tempo, fra le quali T. Pavlova, che scrive la presentazione del libro di memorie dedicatogli da Franco Bernini nel 1929.