Cieslak

Dopo aver effettuato i propri studi alla Pwst di Cracovia (Scuola statale superiore di teatro), Ryszard Cieslak debutta come attore nel 1962 al Teatro delle tredici file di Opole, successivamente Teatr Laboratorium. A soli quattro anni dalla conclusione degli studi, la sua partecipazione alla messa in scena ad opera di Jerzy Grotowski di Il Principe costante di Calderón nella versione di Juliusz Slowacki (1965) viene salutata come un grande evento teatrale. Ryszard Cieslak è stato apprezzato per la sua capacità di rendere palese l’accezione iniziatica della percezione del mondo propria dei drammaturghi romantici e la scioccante drasticità del loro modo di vivere e sentire la realtà, nonché per la sua volontà di evidenziare la testualità e la fisicità di ciò che veniva considerato come metafora. Nelle sue interpretazioni Ryszard Cieslak è stato in grado di trasmettere il senso tragico dell’opprimente responsabilità che l’eroe romantico si addossa in nome della nazione, dell’umanità e del mondo, un peso destinato a condurlo alla follia come alla santità. La creazione di C. concentrava in sé il passaggio dalla disperazione al martirio, alla sottomissione, alla purificazione, «al sacrificio di se stesso nella sincerità degli impulsi e degli istinti».

Per Ryszard Cieslak nell’affrancarsi dalla paura il corpo diviene completamente disponibile e ricettivo: nel finale di alcuni monologhi il tremito delle gambe dell’attore, naturalmente indotto dal plesso solare, non veniva riprodotto artificialmente, ma nasceva spontaneo, in quanto il ruolo riusciva sempre a coinvolgere i centri di energia dell’organismo. Nella creazione del personaggio Ryszard Cieslak è passato dal rappresentare un prototipo di attore intellettule, dove il cervello condiziona e ostacola il corpo, al ricreare un uomo nella completezza della sua sensibilità. Tra i ruoli che successivamente hanno contribuito ad aumentare la fama del Ryszard Cieslak attore vi sono stati quello dell’Oscuro nell’ Apocalypsis cum figuris di Grotowski (1968), e soprattutto quello di Dhritarashtra nel Mahabharata di Peter Brook (1985), dove nella cecità del re – «un uomo potente, profondo e nobile che ha dovuto farsi strada tra le tenebre» (Brook) – Ryszard Cieslak ha riversato l’esperienza di un’intera vita di teatro.

Come regista Ryszard Cieslak debutta nell’ambito del Teatr Laboratorium di Breslavia nel 1981 con Thanatos polacca e, dopo aver abbandonato la Polonia per protesta contro l’introduzione della legge marziale nel dicembre 1981, continua la propria attività all’estero, in Italia (Aleph, Pontedera 1983), Danimarca (Il tempo dei lupi, Århus 1984; Peer Gynt, Århus 1986), Spagna (Notte oscura, Albacete 1984), Francia (Mio povero Fedia, Parigi 1986), Stati Uniti (Mercoledì delle ceneri, New York 1989).