Calenda

Laureato in Filosofia del diritto con una tesi sul concetto di giustizia nell’ Orestea di Eschilo, Antonio Calenda fonda nel 1965 il Teatro Sperimentale Centouno con G. Proietti e V. Gazzolo; con loro ci sono F. Benedetti e P. Degli Esposti, che lo seguono poi allo Stabile dell’Aquila del quale diventa direttore. Fra le produzioni di quegli anni, Operetta di Gombrowicz, La cortigiana dell’Aretino, uno spettacolo di Laudi con Elsa Merlini e Lear di E. Bond del quale, allo Stabile di Genova, mette in scena anche Il mare (1974-75). È drammaturgo per i fratelli Maggio e con P.B. Bertoli (Cinecittà, Le ragazze di Lisistrata), ma soprattutto regista. Tra gli autori più frequentati, Shakespeare (Coriolano, Come vi piace, Riccardo III, Sogno di una notte di mezza estate), Brecht (Madre Coraggio), il Beckett di Aspettando Godot con Pupella Maggio, i contemporanei A. Campanile (L’inventore del cavallo, Centocinquanta la gallina canta, Alta distensione, Un’indimenticabile serata, Gli asparagi e l’immortalità dell’anima, quest’ultimo in tournée nel 1998), Brusati e la farsa napoletana. Tra le messinscene: Enrico IV di Pirandello e Svenimenti di Cechov, con un grande Albertazzi, nel 1981 e nel 1989; Uno sguardo dal ponte di Miller nel 1984; Tradimenti di Pinter nel 1991; l’ Edipo a Colono di Sofocle nel 1996; nel ’97 Irma la dolce, dal musical di Breffort, e Le due sorelle di Bassetti. Ha curato anche regie liriche per opere di Massenet, Spontini, Rossini, Honegger (Jeanne d’Arc au bûcher). Dal 1995 è direttore dello Stabile del Friuli-Venezia Giulia e promuove il primo Festival della drammaturgia contemporanea con testi di Valduga, Manfridi, Archibugi, Maraini, Ruccello, Costanzo, Paolini, Tarantino, Bassetti, Magris e Cavosi, di cui mette in scena Il maresciallo Butterfly (premio G. Fava 1995).