Brasch

Figlio di emigrati ebrei, nel 1947 Thomas Brasch rientra in Germania, nella Rdt, dove il padre è funzionario del Sed, il Partito socialista unitario tedesco, e viceministro della cultura. Dal ’56 al ’60 frequenta l’Accademia militare come allievo ufficiale e, dopo il ’64, studia pubblicistica a Lipsia. Espulso dalla scuola, tra il ’67 e il ’68 frequenta l’istituto superiore di cinematografia a Berlino, ma viene espulso anche da questo istituto con l’accusa di sobillazione contro lo Stato. Dal ’72 lavora come scrittore indipendente e nel ’76 espatria a Berlino Ovest.

Nel ’77 vince il premio Gerhart-Hauptmann e nel ’87 il premio Kleist. La rivolta dell’individuo contro le limitazioni sociali, il tentativo di evadere dall’imposizione dei ruoli viene elaborato da Brasch attraverso la sperimentazione di nuove forme drammaturgiche e di una nuova estetica. Dalla disgregazione della società borghese nonché del concetto di individuo sorge la necessità di una nuova specie di eroi, ma eroi tra virgolette: in testi come Der Papiertiger (1976), Lovely Rita (1977), Rotter (1977), Anton Tschechovs Platonow (1978), Lieber Georg (1980), Mercedes (1983), Frauen. Krieg. Lustspiel. (1989), tanto poco ruolo ha l’eroe in quanto individuo, tanto si riduce anche la tematica.

I personaggi sono spesso messi in una posizione azzerata, in una situazione di bonaccia, così come l’autore la definisce, per evidenziare come essi usano il tempo libero che è stato loro concesso, al quale sono stati forzati o che si sono presi. Pertanto, tutti i testi di Brasch sono incentrati sul tema del lavoro considerato non solo secondo un’accezione economica: la disoccupazione, nel senso di essere utile o non utile, è secondo Brasch l’esperienza decisiva e fondamentale nelle società moderne.