Bignardi

Dopo gli studi inizia la sua attività a Genova come assistente di E. Luzzati (1958); autore prolifico e accumulatore di `materiali trovati’, scopre nelle cooperative l’assoluta libertà creativa con cui predilige operare, diventando lo scenografo fisso del Collettivo di Parma, dove conosce il regista B. Jerkovic ( La molto orrifica vita del gigante Gargantua della Compagnia del Collettivo da Rabelais, scene di E. Luzzati, Parma, Teatro Regio, 1978), insieme al quale lavora anche per la Cooperativa Piccionaia-Teatro Veneto ( Non è reato mettere gli occhiali ai fagiani e Dopo una giornata di lavoro chiunque può essere brutale di F. Zardo, Treviso 1978). Collaboratore assiduo di Missiroli (celebri Il bagno di V. Majakovskij del 1976 e lo Zio Vanija di Cechov del 1977), oltre che di Cobelli e Trionfo ( Madama Butterfly di Puccini, 1977), negli ultimi lavori rielabora la tecnica del bricolage e si caratterizza sempre per una ricerca che mira a restituire la totalità degli ambienti.