Berrini

Seguace di Sem Benelli, Nino Berrini tentò di fondere lo stile dannunziano con quello tardottocentesco. Il dramma che gli diede la fama (più di diecimila rappresentazioni nel mondo) fu Il beffardo, `fresco dugentesco’ che metteva in scena il personaggio di Cecco Angiolieri, raffigurato attraverso i suoi sonetti. Altre opere: Rambaldo di Vaqueiras (1921), Francesca da Rimini (1923), La nuda del Cellini (1928), Teresa Casati Confalieri (1938) e il soggetto del film Il sogno d’amore (1922), realizzato da Gennaro Righelli.