Bernstein

Figlio di un ebreo russo emigrato in America nei primi anni del secolo, Leonard Bernstein agli inizi è autodidatta nello studio del pianoforte; frequenta poi la Harvard University e in diversi istituti musicali (Curtis Institute di Filadelfia, corsi estivi di Tanglewood) studia composizione, pianoforte e direzione d’orchestra. Si dedica alla composizione, alla concertazione, all’esecuzione pianistica, all’organizzazione concertistica, tutte attività che porterà avanti con costanza. Nel 1943, sostituendo all’ultima ora Bruno Walter (indisposto) alla Carnegie Hall, si impone definitivamente all’attenzione del mondo musicale; dal 1945 è direttore stabile della New York City Center Orchestra, dal 1958 della Filarmonica di New York. Come compositore si esercita in tutti i campi, affermandosi come musicista di prepotente personalità, eclettico, attento ai suggerimenti di elementi folclorici disparati, del jazz e di tutte le tendenze della musica contemporanea: da citare le sue tre sinfonie, oltre a cicli di liriche, musica da camera, brani per complessi vari. Dotato di una grande simpatia e carica umana, svolge anche attività didattica e divulgativa, presentando programmi di educazione musicale in televisione e scrivendo libri. Al teatro musicale B. dedica buona parte della sua produzione, e anche qui mostra di non erigere steccati fra un tipo di musica e l’altro; come sempre in lui si mescolano generi e stili.

Del 1944 è il balletto Fancy Free, sulle piccole avventure di tre marinai in libera uscita a New York; subito il balletto diventa – con una musica tutta nuova – il musical On the Town (libretto di Betty Comden e Adolph Green): rappresentato all’Adelphi Theatre di New York con la regia di George Abbott e la coreografia di Jerome Robbins, viene replicato 463 volte. Tra le canzoni più riuscite della brillante partitura si ricordano “New York, New York”, “Lonely Town”, “I Get Carried Away”, “Lucky To Be Me”. Altro balletto è Facsimile (1946); del 1950 è la commedia con musiche Peter Pan (da J.M. Barrie), versificata dallo stesso B., rappresentata con successo appena discreto da Jean Arthur e Boris Karloff. Un’affermazione maggiore ottiene un’altra commedia con musiche, Wonderful Town (1952), tratta da My Sister Eileen di J. Fields e J. Chodorov (libretto di Comden e Green; Winter Garden Theatre, regia di Abbott, coreografie di Robbins, protagoniste Rosalind Russell e Edie Adams). La vicenda riguarda due sorelle che arrivano dalla provincia nella Manhattan degli anni ’30 e si inseriscono con difficoltà nella metropoli; proclamato il miglior musical dell’anno, Wonderful Town vanta una musica felice (premiata con un Tony Award) in cui fanno spicco le canzoni “Conversation Piece”, “Conga”, “Swing”, “A Quiet Girl”, “Ohio”. Nel 1955 B. compone le musiche di scena per Salomè di Oscar Wilde e nel 1957 quelle per The Lark di Fry-Anouilh-Hellman. Tra queste due fatiche, un altro musical (propriamente `comic operetta’), Candide: ispirato al Candido di Voltaire, su libretto di Lilian Hellman, il lavoro non ha successo nel 1956, e per affermarsi ha bisogno di un rimaneggiamento. Il musical più noto di B. è il successivo West Side Story (1957), riuscito adattamento della tragedia shakespeariana Romeo e Giulietta , ambientato in un quartiere popolare di New York dove si affrontano duramente bande giovanili avversarie. I caratteri dei personaggi e il loro prepotente dinamismo sono messi bene in evidenza dal tessuto nervoso della musica, dall’uso insistito del sincopato, dalle accentuazioni ritmiche. Particolarmente felici l’episodio della gara di ballo fra due bande rivali; il numero “America America” affidato ai ragazzi portoricani immigrati; il balletto, che si svolge in una autorimessa, intitolato “Cool, Boys”; e soprattutto le romanze d’amore “Maria” e “Tonight”.

L’ultimo musical si risolve in un fiasco: si tratta di 1600 Pennsylvania Avenue , del 1976, su libretto di Alan Jay Lerner (sulla storia dei presidenti americani). A parte altre fatiche per il teatro come le opere Trouble in Tahiti (1952; interessante l’impiego di un trio jazz in funzione di `coro’, ossia di commento all’azione) e A Quiet Place (1983), B. è attivo anche per il cinema: compone brani di raccordo per un documentario su Louis Armstrong ( Satchmo the Great , 1956), la partitura originale di Fronte del porto di Elia Kazan (1954) e segue la trasposizione su pellicola dei suoi due musical di maggior successo, On the Town (1949, di Stanley Donen e Gene Kelly) e West Side Story (1961, di Robert Wise e Jerome Robbins). «Genio musicale completo, nato in un pianoforte con una bacchetta in mano», così B. è stato definito; di sicuro ha respirato e fatto musica con la stessa facilità e naturalezza con cui è vissuto. Perfetto rappresentante dell’attuale civiltà mass-mediologica, si è inserito più di ogni altro musicista contemporaneo nella nostra epoca, lavorando a tutto campo senza pregiudizi di sorta, e in tutti i settori lasciando un segno della sua forte personalità.